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sabato 16 ottobre 2010

L'uomo di Piltdown


Uomo di Piltdown
Il più grande scandalo nella storia della scienza.
Un noto dottore e paleoantropologo dilettante, Charles Dawson, nel 1912 affermò di avere scoperto un osso mascellare e un frammento di cranio in una cava presso Piltdown, in Inghilterra. Questi campioni furono classificati come "Uomo di Piltdown". Dopo aver asserito che risalivano a cinquecentomila anni fa, furono spacciati, in parecchi musei, come una prova assoluta dell'evoluzione umana poiché, sebbene la mandibola fosse molto simile a quella di una scimmia, i denti e il cranio erano umani.
 Per oltre quarant'anni furono scritti molti articoli scientifici dedicati a questa scoperta, furono prodotte molte interpretazioni e disegni. Il fossile fu presentato come una testimonianza importante che avvalorava la teoria evoluzionista. Furono compilate non meno di cinquecento tesi dottorali sull'argomento. Il famoso paleoantropologo americano Henry Fairfield Osborn disse, durante una visita al British Museum nel 1935: "... a noi deve essere ricordato che la Natura è piena di paradossi e questo è uno stupefacente ritrovamento riguardo ai primi uomini...".
Nel 1949, Kenneth Oakley, del dipartimento di paleontologia del British Museum, tentò di applicare sui campioni dell'Uomo di Piltdown, il metodo del "test del fluoro", per determinare la datazione dei fossili. Il test rivelò che l'osso mascellare non conteneva traccia di fluoro, (questo significava che era rimasto sepolto solo pochi anni), il cranio, risultava più vecchio, ma rivelava in ogni caso soltanto una minima quantità di fluoro.(analisi confermate dai test fatti recentemente) 
La dettagliata analisi condotta a termine da Weiner nel 1953, determinò che i denti sull'osso mascellare, appartenenti ad un orang-utan, erano stati logorati artificialmente, mentre gli strumenti "primitivi" scoperti con i fossili erano semplici imitazioni, costruite con utensili di ferro. 
La truffa era smascherata. 
Il cranio apparteneva ad un uomo vissuto cinquecento anni prima, mentre l'osso mascellare ad una scimmia morta da non molto tempo. 
I denti erano stati disposti in ordine e aggiunti alla mascella in modo tale da imitare quelli dell'uomo. I pezzi erano stati trattati con potassio dicromato affinché sembrassero fossili. 
Le Gros Clark, che faceva parte del team che scoprì la frode, disse: le prove delle abrasioni artificiali furono immediatamente evidenti, non si capisce come non siano state scoperte prima.
 All'indomani, l'Uomo di Piltdown fu rapidamente rimosso dal British Museum, dove era rimasto esposto per più di quarant'anni.
Attualmente non esiste alcuna concreta testimonianza fossile che avvalori la discendenza dell'uomo dalla scimmia, (c'è un anello mancante) nonostante questa teoria sia propagandata dai mezzi di comunicazione e dai circoli accademici evoluzionisti.

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