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venerdì 19 novembre 2010

Fortuna - gesti scaramantici - detti e credenze popolari - tradizioni


 B.F. Skinner.
La storica ricerca del prof, B.F. Skinner che s'intitola “Superstition in the Pigeon” (superstizione nel colombo) pubblicata nel 1948 sul "Journal of Experimental Psychology". È un caposaldo per la comprensione del fenomeno della superstizione.
Skinner, ha immaginato, usando come soggetti sperimentali alcuni colombi, una situazione in cui, a intervalli prefissati e frequenti, è somministrato del becchime come stimolo positivo.
Succede che, quando a un colombo capita di ricevere, così per caso, del becchime (e cioè un premio), quel colombo tende a ripetere "quel comportamento" che stava facendo, quando ha ricevuto il premio. Il colombo tende cioè ad interpretare l'arrivo del premio come l'effetto del suo speciale comportamento.
Skinner, attraverso questo modello sperimentale, aveva ottenuto colombi che, per superstizione, manifestavano i comportamenti più bizzarri, come allungare e ritrarre il collo, sbattere le ali, fare un giro su se stessi, tutto ciò in funzione dell'ottenimento del premio.
Quei comportamenti, per dirla col nostro linguaggio, portavano bene.
Una vera superstizione nasce dunque così, come ci hanno insegnato quei colombi. Associando, erroneamente, l'ottenimento del premio in funzione del comportamento tenuto.
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Le persone fortunate incontrano l'anima gemella, realizzano le loro maggiori aspirazioni, intraprendono carriere gratificanti e vivono un'esistenza ricca e felice. Non hanno così successo perché si impegnano più degli altri né perché possiedono doti eccezionali o un'intelligenza superiore alla media. E' lo stesso autore a definire l'argomento di questo libro per molti versi rivoluzionario, che illustra i motivi per cui la fortuna sembra avere un occhio di riguardo sempre e solo per pochi privilegiati. Dieci anni fa, Richard Wiseman decise di studiare scientificamente le origini della fortuna: con un reclutamento capillare coinvolse oltre un migliaio di persone in quello che è considerato uno degli esperimenti più particolari della recente storia della psicologia. Per anni ha analizzato i differenti modi di pensare e di agire dei soggetti presi in esame, arrivando infine a formulare la teoria che è alla base di questo saggio innovativo: fortunati non si nasce, si diventa! La buona sorte non è scritta nei geni né nel libro del destino, dipende da noi e dal nostro atteggiamento mentale, dalla capacità di individuare e cogliere le opportunità più favorevoli. Infatti, inconsapevolmente, i fortunati reagiscono alle sollecitazioni della vita di tutti i giorni obbedendo a quelli che l'autore ha definito come i quattro principi della fortuna: semplici comportamenti quotidiani che possono essere 'imparati' e adottati da tutti per ingraziarsi la dea bendata e aumentare il numero di occasioni propizie. In sintesi, si può 'allenare' la mente per ottenere un 'cervello fortunato'. Wiseman spiega questo suo metodo in maniera rigorosa e ineccepibile attraverso quiz, esercizi, test, diagrammi, tabelle, ma alla chiarezza inattaccabile dell'approccio scientifico fa da contraltare lo stile brillante e spiritoso con cui racconta aneddoti e casi concreti. Il risultato è una lettura sempre interessante e mai noiosa, e soprattutto rivelatrice.
( dal web )
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Gesti scaramantici... anche solo per gioco A bocca aperta
Toccare ferro o legno, fare le corna. Toccarsi i genitali nel caso dei maschi e nel caso delle donne toccare con la mano destra il seno sinistro: "mano destra, tetta sinistra” (quest’ultima l’ho letta ora in rete).Sorpresa  Venerdì 17
Studi effettuati nelle università americane di Princeton e Harvard, dimostrerebbero che il nostro cervello adotta questi comportamenti per cercare di controllare le paure e lo stress che non riusciamo a dominare. Questo comportamento viene chiamato il” pensiero magico” e sono proprio le persone particolarmente insicure che ricorrono più frequentemente a questi rituali proprio come antidoto alla loro insicurezza.


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Strano ma vero Cassazione:
 "Vietato toccarsi in segno di scaramanzia"
Tra gli uomini è uno dei gesti scaramantici più diffusi ma per la Corte di Cassazione, toccarsi i genitali mentre ci si trova in strada rappresenta soltanto un gesto indecente e come tale punibile con una multa. Per fare gli scongiuri, pertanto, si dovrà trovare un altro modo, magari meno appariscente oppure attendere di esser da soli in casa. Con la sentenza 8389 la Corte ha confermato una multa di 200euro nei confronti di un 42enne comasco che "sulla pubblica via si toccava vistosamente i genitali (da sopra i vestiti)".
L'uomo era stato condannato dal tribunale di Como l'11 maggio dello scorso anno. Contro questa decisione ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che il gesto da lui "effettuato, equiparato a un grattamento, non era nient'altro che un movimento compulsivo e involontario, probabilmente finalizzato alla sistemazione della tuta da lavoro".
La terza sezione penale della Suprema corte non ha condiviso questa tesi e, dichiarando inammissibile il ricorso, ha messo nero su bianco che "il palpeggiamento dei genitali davanti ad altri soggetti, in quanto manifestazione di mancanza di costumatezza ed educazione, deve considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio".
Il 42enne, oltre a dover pagare i 200 euro di multa, dovrà versare anche 1000 euro in favore della cassa delle ammende.
da : tiscali notizie 

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