La storia racconta che nel 1730 Abhay Singh Maharajah di Jodhpur avendo bisogno di legname per la costruzione del nuovo palazzo, mandò i suoi uomini a tagliare gli alberi nella vicina regione di Khejarli. Una donna del luogo Amrita Devi chiamò a raccolta tutti gli abitanti dei villaggi locali e donne, bambini, uomini, abbracciando gli alberi per proteggerli, si opposero agli uomini del re, ma i soldati non si fermarono e Amrita fu la prima a cadere, decapitata da un colpo di accetta. Al tramonto 363 esseri umani giacevano a terra morti, mentre gli alberi caricati sui carri venivano portati via. Quando il Maharajah seppe del sacrificio di Amrita Devi e degli altri fedeli giunti da 84 villaggi, pronti a sacrificare la loro vita per salvare gli alberi, si recò personalmente sul luogo del massacro, si scusò per il comportamento dei suoi uomini e proclamò un editto, ancora in vigore, che vieta il taglio delle piante dei Bishnoi e prevede pene pesanti per chi uccide un chinkara, la gazzella indiana, o l'antilope nera che è a rischio d’estinzione.
mercoledì 26 ottobre 2016
Il popolo dei Bishnoi, protettori della natura.
La storia racconta che nel 1730 Abhay Singh Maharajah di Jodhpur avendo bisogno di legname per la costruzione del nuovo palazzo, mandò i suoi uomini a tagliare gli alberi nella vicina regione di Khejarli. Una donna del luogo Amrita Devi chiamò a raccolta tutti gli abitanti dei villaggi locali e donne, bambini, uomini, abbracciando gli alberi per proteggerli, si opposero agli uomini del re, ma i soldati non si fermarono e Amrita fu la prima a cadere, decapitata da un colpo di accetta. Al tramonto 363 esseri umani giacevano a terra morti, mentre gli alberi caricati sui carri venivano portati via. Quando il Maharajah seppe del sacrificio di Amrita Devi e degli altri fedeli giunti da 84 villaggi, pronti a sacrificare la loro vita per salvare gli alberi, si recò personalmente sul luogo del massacro, si scusò per il comportamento dei suoi uomini e proclamò un editto, ancora in vigore, che vieta il taglio delle piante dei Bishnoi e prevede pene pesanti per chi uccide un chinkara, la gazzella indiana, o l'antilope nera che è a rischio d’estinzione.
Caro Enrico, molto interessante questo tuo post!!!
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un abbraccio e un sorriso:) sorridere fa bene!
Tomaso
Caro Tomaso ti ringrazio per il commento.
EliminaBuona e sorridente giornata
enrico
... il rispetto e l'amore unisce sia gli essere viventi e la natura... buona giornata caro Enrico... bussi Rebecca
RispondiEliminaCara Rebecca sappiamo benissimo che gli animali attaccano solo se si sentono minacciati e l’uomo che li uccide per nutrirsi o solo per “divertimento” per loro rappresenta un pericolo.
EliminaFelice giornata, un abbraccio, bussi.
enrico
Una storia cruda e triste, ma alla fine il sacrificio di tanti è riuscito a sensibilizzare e a cambiare qualcosa, e questo è molto importante.
RispondiEliminaLa vita ora in quei piccoli villaggi la definirei paradisiaca… vivere in sintonia con la natura in quel modo è meraviglioso!
Un bellissimo post caro Enrico, era quello di cui mi accennasti nel mio post “Una lettera all’Amico Albero”?
Un abbraccio e buona giornata
La vita nel deserto è sicuramente molto dura, ma è ammirevole il rispetto che nutrono verso ogni forma di vita sia animale sia vegetale. Si era questo il post a cui accennavo e che mi sembrava troppo lungo.:-)
EliminaFelice giornata, ti abbraccio
enrico
Ciao Enrico!
RispondiEliminaIl tuo post è fantastico, molto interessante.
Bacio e saluto.
Lucja
Cara Łucja ti ringrazio per il commento. Non deve essere molto facile tradurre e capire il significato di un post lungo come questo :-)
EliminaFelice giornata, un abbraccio.
enrico
Proteggere la natura a costo della vita, un concetto che noi occidentali dovremmo imparare a considerare sul serio. Bellissimo post carissimo Enrico, un abbraccio a te !
RispondiEliminaCarissima Sciarada sappi che esistono ancora gli eroi disposti a sacrifici, fare barricate e rinviare persino l’inizio della grigliata, per respingere l’esercito composto di 12 donne profughe, anzi quasi tredici poiché una è all’ottavo mese di gravidanza, che stavano per invadere il loro paese. :-(
EliminaFelice giornata, un abbraccio
enrico
Ciao Enrico, non avevo mai sentito parlare di questo popolo. Noi diamo tutto per scontato gli alberi, gli animali, le montagne i fiumi e purtroppo non li rispettiamo, pensiamo che ci sono sempre stati e che ci saranno per sempre, invece vanno difesi e protetti anche a costo di morire...bellissimo!
RispondiEliminaUn abbraccio.
Antonella
Ciao Antonella noi vediamo che a causa dell’inquinamento stiamo sconvolgendo il clima del pianeta. Molte specie animali sono a rischio estinzione, ma si fanno solo riunioni dove si rinvia al futuro gli interventi da fare.
EliminaFelice giornata un abbraccio
enrico
Molto interessante!
RispondiEliminaTi auguro una buona serata.
Grazie Vincenzo. Buona giornata
Eliminaenrico