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sabato 30 ottobre 2010

I tre Magi


I Magi
La storia dei tre Magi non è ben definita nelle Sacre Scritture, infatti, solo il Vangelo di Matteo (2,1-12) li cita, ma non dice i loro nomi, o il loro numero, dice solo genericamente che provenivano da oriente. Di loro non si ha menzione negli altri Vangeli. Solo dai Vangeli apocrifi si possono avere notizie, comunque sempre piuttosto vaghe e discordanti persino sul numero, alcune fonti parlano di 12 magi. L'appellativo magi, deriva da “magni” indicava in essi la saggezza, la sapienza, cioè grandi nella sapienza. I Persiani chiamavano “magi”coloro che gli Ebrei chiamavano scribi, i Greci filosofi e i latini savi. La tradizione cristiana comunque ne riconobbe tre a cui corrispondevano i nomi latini di Caspar, Balthasar, Melchior. Secondo il racconto di Giovanni Crisostomo, ogni anno, dodici uomini salivano sul monte più alto e vi restavano in preghiera in attesa dell'apparizione della stella annunciata dal profeta Balaam. Quando comparve la stella, i Magi si misero subito in cammino ed arrivarono a Gerusalemme in 13 giorni, qui chiesero ai Giudei il luogo della nascita di Gesù. Finalmente giunti a Betlemme offrirono al Salvatore: l'oro, il dono riservato ai re, l'incenso, usato per adorare l'altare di Dio, e la mirra, il balsamo per i defunti, doni che Persiani e Caldei usavano offrire ad un re. 
Secondo le leggende orientali, al ritorno nelle loro terre avevano con se il dono che avevano ricevuto dalle mani del Bambino o della Vergine. Una pietra staccata dalla mangiatoia, un pane rotondo, una fascia in cui era stato avvolto il bambino, a seconda delle diverse versioni; tutte comunque accomunate dalla nascita del culto del fuoco. In ciascuno dei tre casi, infatti, dall'oggetto regalato si sprigionò un fuoco sacro, degno di venerazione. Sulla loro morte vi sono diverse versioni, una ci dice che sono morti in Persia e sepolti insieme in una grande tomba. Secondo questa tradizione l'imperatrice Elena (madre di Costantino), venutane a conoscenza, avrebbe fatto trasportare le reliquie a Costantinopoli in una grande chiesa fatta costruire apposta per ospitarle. Tempo dopo Eustorgio, ottenne dall'imperatore d'Oriente la possibilità di traslare le spoglie dei Magi a Milano, ma non è certa l'epoca di tale trasferimento né se il personaggio di cui si parla fosse Eustorgio vissuto nel IV secolo, al tempo di Sant'Ambrogio o Eustorgio II, vescovo milanese nel VI secolo. La tradizione vuole che Eustorgio le avesse trasportate all'interno di un colossale sarcofago di età romana ancor oggi presente nella Cappella dei Magi nella Basilica milanese di Sant'Eustorgio. 
Si sa con certezza che le reliquie rimasero a Milano fino al 1164 quando Federico Barbarossa sconfisse i Milanesi. Fu allora che l'imperatore esaudì la richiesta del suo cappellano e consigliere Romualdo da Colonia, di trasportare nella sua città natale i resti mortali dei Magi, e il 23 luglio 1164 le reliquie arrivarono a Colonia e furono deposte nella cattedrale. 
Ancora oggi i fedeli venerano il prezioso reliquario d'oro del XIII secolo, il più imponente di tutta la cristianità, in cui sono conservate le reliquie. Durante la seconda guerra mondiale il reliquiario fu danneggiato e quindi restaurato nel 1973. L'arcivescovo di Colonia, in quell’anno restituì un frammento dei tre saggi alla chiesa di Sant'Eustorgio di Milano dove il loro culto resta ancora oggi vivo.
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