Sulla piana di Giza veglia un personaggio di pietra fra i più enigmatici. E’ la Sfinge. Lunga cinquantasette metri e alta venti, si trova a trecentocinquanta metri a sud-est della Grande Piramide, lungo la rampa che sale verso il tempio funerario di Chefren. Sono tutti d'accordo nel riconoscere che la Sfinge risale al regno di Chefren (intorno al 2620 a.C.) ma, senza la minima prova. Corpo e testa risalgono alla stessa epoca? Gli Arabi la chiamavano «la madre del terrore». Sentivano che questa belva gigante dalla testa d'uomo irradiava una forza pericolosa. Tentarono anche di distruggerla, usando addirittura un cannone che ne mutilò il naso, ma la guardiana della luce uscì vittoriosa da tutte queste prove. Il perché della fusione dei due elementi, zoomorfo e umano, in una scultura di dimensioni colossali è ancora oscuro, e non esiste neppure un documento sul suo significato religioso. Nel suo aspetto di leone accucciato, la Sfinge doveva forse vegliare sul complesso funerario delle piramidi; non sono mancate tuttavia altre interpretazioni riguardo alla sua funzione, né dubbi sulla sua datazione. Fu davvero un monumento voluto da Chefren del quale tradizionalmente le sono attribuiti i lineamenti del volto? E’ un’interpretazione del dio Harmachis (Horus all’orizzonte), come decisero, mille anni dopo la sua costruzione, gli esperti di allora? Basandosi sul deterioramento del corpo, alcuni studiosi hanno attribuito alla Sfinge 8.000 anni in più di quelli ‘‘dichiarati”: l’erosione della statua non sarebbe dipesa dal vento o dalle tempeste di sabbia, ma dall’acqua piovana che avrebbe investito il millenario colosso durante il periodo postglaciale, dal 10.500 a. C. Chefren allora sarebbe solo il restauratore del monumento, al quale, con l’occasione, avrebbe dato la sua faccia, ma cè anche chi dice che Se in futuro si troveranno prove irrefutabili che la Sfinge rappresenta Chefren, vorrà dire che chi ha ritratto il faraone era un incapace.
mercoledì 10 novembre 2010
Sfinge
Sulla piana di Giza veglia un personaggio di pietra fra i più enigmatici. E’ la Sfinge. Lunga cinquantasette metri e alta venti, si trova a trecentocinquanta metri a sud-est della Grande Piramide, lungo la rampa che sale verso il tempio funerario di Chefren. Sono tutti d'accordo nel riconoscere che la Sfinge risale al regno di Chefren (intorno al 2620 a.C.) ma, senza la minima prova. Corpo e testa risalgono alla stessa epoca? Gli Arabi la chiamavano «la madre del terrore». Sentivano che questa belva gigante dalla testa d'uomo irradiava una forza pericolosa. Tentarono anche di distruggerla, usando addirittura un cannone che ne mutilò il naso, ma la guardiana della luce uscì vittoriosa da tutte queste prove. Il perché della fusione dei due elementi, zoomorfo e umano, in una scultura di dimensioni colossali è ancora oscuro, e non esiste neppure un documento sul suo significato religioso. Nel suo aspetto di leone accucciato, la Sfinge doveva forse vegliare sul complesso funerario delle piramidi; non sono mancate tuttavia altre interpretazioni riguardo alla sua funzione, né dubbi sulla sua datazione. Fu davvero un monumento voluto da Chefren del quale tradizionalmente le sono attribuiti i lineamenti del volto? E’ un’interpretazione del dio Harmachis (Horus all’orizzonte), come decisero, mille anni dopo la sua costruzione, gli esperti di allora? Basandosi sul deterioramento del corpo, alcuni studiosi hanno attribuito alla Sfinge 8.000 anni in più di quelli ‘‘dichiarati”: l’erosione della statua non sarebbe dipesa dal vento o dalle tempeste di sabbia, ma dall’acqua piovana che avrebbe investito il millenario colosso durante il periodo postglaciale, dal 10.500 a. C. Chefren allora sarebbe solo il restauratore del monumento, al quale, con l’occasione, avrebbe dato la sua faccia, ma cè anche chi dice che Se in futuro si troveranno prove irrefutabili che la Sfinge rappresenta Chefren, vorrà dire che chi ha ritratto il faraone era un incapace.
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