saluto

domenica 17 ottobre 2010

21 luglio 1969 - La conquista della luna

io sulla luna :-))

La conquista della Luna
Nel1865 lo scrittore francese Jules Verne scrisse il libro "Dalla Terra alla Luna".
Il 25 maggio 1961 il presidente americano J.F. Kennedy dichiarò di fronte al Congresso: "E' venuta per noi l'ora di osare di più. Prima che questo decennio sia concluso, ci impegniamo a far sbarcare un uomo sulla Luna e a farlo ritornare sano e salvo sulla Terra".
Il 21 luglio 1969 l'astronauta americano Neil Armstrong posando i piedi sul suolo lunare disse:
"Questo è un piccolo passo per l'uomo, ma un balzo gigantesco per l'umanità".
La notte, (in Italia) nella quale il mondo intero, restò incollato alla televisione per vedere le immagini sfuocate del primo sbarco sulla Luna

I Colloqui con la LunaQuesta è la trascrizione delle parti principali dei colloqui che gli astronauti Armstrong e Aldrin fecero tra di loro, con il collega Collins rimasto a volare sull’Apollo, con la base di Houston e con il presidente Nixon, durante le ore trascorse sulla Luna.Armstrong: Houston, qui Base Tranquillità. L’Aquila è atterrata.
Controllo: Ricevuto, Tranquillità. Confermiamo da Terra. Avete tenuto col fiato sospeso un sacco di gente. Adesso ricominciamo a respirare. Grazie mille.
Armstrong: Houston, è stata un po' lunga la fase finale. II sistema automatico ci stava portando in mezzo a un cratere grande come un campo di calcio pieno di massi... abbiamo dovuto prendere i comandi manualmente e sorvolare tutto il campo roccioso prima di trovare una zona veramente buona.
Aldrin: Descriveremo poi nei dettagli ciò che ci circonda, ma sembra una collezione di ogni varietà, forma, angolosità. Si può trovare qualsiasi varietà di roccia. I colori cambiano a seconda di come si guarda. Non sembra affatto che ci sia un colore generale.
Controllo: Tranquillità, vi informiamo che qui e in tutto il mondo c’è tanta gente che sorride.
Aldrin o Armstrong: Due sono anche qui.
Collins: Non scordatevi di me, che sto nel modulo di comando.
Armstrong: Dal finestrino si vede una pianura relativamente uniforme, con un buon numero di crateri, con diametri fra due e quindici metri, e qualche cresta, alta otto o dieci metri, direi. E poi, letteralmente migliaia di piccoli crateri di pochi decimetri. Vediamo massi angolari a qualche centinaio di metri da noi: saranno grossi mezzo metro. Davanti a noi c’è anche una collina. Difficile calcolare, ma penso che sia a un chilometro o un chilometro e mezzo.
Ora Armstrong depressurizza la cabina del LEM e comincia a scendere dalla scaletta sul suolo lunare.

La telecamera automatica disposta sul LEM comincia a inviare sulla Terra immagini dirette.
Houston: Bene Neil, ti vediamo mentre scendi la scaletta.
Armstrong: Ho provato a risalire sul primo scalino. La scala non è sprofondata e potremo risalire. É un bel saltino. Sono in fondo alla scaletta. Le zampe del LEM hanno appena intaccato la superficie, diciamo da tre a cinque centimetri. La superficie sembra fatta di granelli piccolissimi quando ci si avvicina. É quasi polvere. É finissima. Scendo dal LEM ora. É un piccolo passo per l’uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità. 

Non sembra vi siano molte difficoltà per muoversi... perfino molto più facile che durante gli esperimenti a Terra, nel simulatori di gravità lunare. Il motore di discesa non ha formato un cratere scendendo. Abbiamo una superficie notevolmente piana in questo punto. Posso vedere alcuni segni di alterazioni del terreno provocate dal motore, ma si tratta di tracce insignificanti. Okay, Buzz, sei pronto a portare giù La telecamera?
Aldrin: Pronti. Tutto è in ordine.
Armstrong: Va bene. É decisamente buio qui nell’ombra e mi riesce un po' difficile vedere se metto bene i piedi. Adesso vado nella zona di luce solare, senza guardare direttamente al Sole. Guardando il LEM ml trovo proprio nell’ombra, ora; adesso, sto guardando Buzz ai finestrini e riesco a vedere tutto abbastanza chiaramente. La luce davanti al LEM è sufficiente a distinguere tutto molto chiaramente. É morbido e farinoso dappertutto. É come un deserto negli Stati Uniti. É diverso, ma è molto bello. Guarda che molti pezzi di roccia, qua, quelli di roccia dura, hanno come delle piccole bollicine sulla superficie.
Tocca adesso ad Aldrin uscire dal LEM e raggiungere Armstrong sul suolo lunare. Armstrong lo riprende con La telecamera e, consigliandolo, lo aiuta a scendere lungo La scaletta. Poi, i due astronauti scoprono la targa d’oro portata dalla Terra e destinata a rimanere sulla Luna.
Aldrin: Sei pronto per La mia uscita?
Armstrong: Aspetta un secondo che sposto La telecamera.
Aldrin: Sei pronto?
Armstrong: Prontissimo.
Aldrin: Aspetta che vedo se ho chiuso tutto prima di uscire.
Armstrong ride.
Aldrin: Questa è la nostra casa per le prossime ore e bisogna che ne abbiamo cura. Okay, sono sul prima gradino. É semplicissimo scendere da un gradino all'altro. Le pietre sono piuttosto scivolose. Con la loro superficie polverosa, tendono a scivolare piuttosto facilmente.
Armstrong: Stavo quasi per perdere l’equilibrio, ma viene naturale di rimettersi in equilibrio.
Aldrin: Mi sto spostando e salto sulla superficie. Ho i piedi leggeri. Bisogna stare attenti a prendere la direzione che si vuole se no... Ehi, Neil, non ti avevo detto che avremmo potuto trovare una roccia violacea?
Armstrong: Hai trovato una roccia violacea?
Aldrin: Si.
Armstrong: Ecco La targa. Ora leggiamo quello che c’è scritto. Ci sono i due emisferi della Terra. Sotto c’è scritto: "Qui, uomini del pianeta Terra hanno poggiato il piede sulla Luna. Luglio 1969, anno del Signore. Siamo venuti in pace per tutta l’umanità".
Seguono le firme dei tre membri dell’equipaggio e del presidente degli Stati Uniti.
Aldrin: Com’è la temperatura?
Armstrong: Sembra fredda.
Aldrin: Anch’io ho un po’ freddo.
Armstrong: C’è qualcosa di interessante in fondo a questo piccolo cratere. Non voglio andare nella zona di sole se posso fame a meno. Quella collinetta sullo sfondo e un paio di crateri allungati, lunghi circa 40 piedi, larghi venti e profondi quindici.
Aldrin: Riesco a vedere proprio quello che le fotografie del Surveyor mostravano... sembra come se la superficie fosse incrostata mentre non lo è.
Armstrong: Ho notato che il suolo ha un alto grado di coesione. Accumulandola, la terra mantiene una pendenza di circa settanta gradi.
Scoperta la targa e piantata la bandiera americana sulla Luna, gli astronauti riprendono a scambiarsi impressioni sulla temperatura, il panorama circostante, le possibilità di muoversi. Inviano sulla Terra descrizioni sempre più particolari di ciò che vedono.

A questo punto, dalla Casa Bianca, li chiama il presidente Nixon, attraverso il radiotelefono.
Nixon: Neil e Buzz, vi parlo per telefono dalla stanza ovale della Casa Bianca, e questa è certamente la telefonata più storica che sia mal stata fatta. Non posso dirvi quanto siamo orgogliosi noi tutti per quello che avete fatto. Per ogni americano questo sarà il giorno più glorioso della vita. E anche per i popoli di tutto il mondo, ne sono sicuro, uniti agli americani nel riconoscere l’importanza dell’atto eroico che avete compiuto. Grazie a quello che avete fatto, i cieli sono diventati una parte del mondo dell’uomo. E dal momento che voi ci parlate dal Mare della Tranquillità, noi ci sentiremo incoraggiati a raddoppiare i nostri sforzi per portare pace e tranquillità sulla Terra. Per questo momento di valore inestimabile nell’intera storia dell’uomo tutti i popoli della Terra sono veramente uniti: uniti nel loro orgoglio per ciò che avete fatto e uniti nella preghiera che possiate tornare sani e salvi fra noi.
Armstrong: Grazie, signor presidente. É per noi un onore e un privilegio rappresentare qui non soltanto gli Stati Uniti ma tutti gli uomini di buona volontà, che guardano al futuro con interesse e curiosità. É un onore per noi avere avuto la possibilità di essere qui oggi.
Nixon: Grazie ancora e arrivederci a presto. Tutti noi aspettiamo con ansia il momento di rivedervi sulla Hornet giovedì.
Aldrin: Molte grazie, signore. 



Il resoconto del primo allunaggio compiuto dai membri dell’Apollo 11 il  21 luglio 1969
La missione Apollo 11 ebbe una serie d’incidenti incredibili. Quando gli astronauti tentarono di scendere per la prima volta sul suolo lunare, il radar andò in tilt a causa di un guasto elettrico e si arrivò quasi al punto di abortire la missione poiché il punto previsto per l'allunaggio era stato superato e il Lem si stava dirigendo verso una zona cosparsa di rocce e crateri. Il computer di bordo, che aveva la capacità di calcolo di un nostro moderno telefonino, s’impallò e Neil Armstrong lo disinserì e passò ai comandi manuali, gli era rimasto solo il 2% di carburante quando allunò pericolosamente sul bordo di un profondo cratere. Al momento di ripartire dalla luna si accorsero che avevano inavvertitamente rotto la levetta dell’interruttore che serviva ad accendere i razzi del modulo lunare, riuscirono a rimediare all’inconveniente, che era semplicemente tragico, inserendo una biro nell’interruttore rotto. Noi ci dimentichiamo dei progressi fatti dall’elettronica in questi anni, ma il computer della Nasa che occupava un piano intero aveva la capacità di calcolo di un nostro normalissimo home PC.

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