Blocchi di ghiaccio dal cielo
Le prime segnalazioni risalgono al medioevo. Un blocco di ghiaccio, delle dimensioni di 5x2x3,5 metri -riferisce Camille Flammarion, un astronomo francese del secolo scorso- sarebbe caduto in Francia durante il regno di Carlo Magno; un altro bolide - una sfera della circonferenza di sei metri - sarebbe caduto a Ord, in Scozia, nel 1849.
Il mondo accademico ha sempre negato la loro esistenza.anche nei confronti di altre innumerevoli segnalazioni: più di un migliaio catalogati da Charles Fort tra il 1900 e il 1930.
4 giugno 1953 almeno 50 bolidi di ghiaccio (alcuni del peso di 75 chilogrammi) si schiantano a Long Beach in California, lo testimoniano più di venti persone.
23 gennaio 1972, a Surrey in Inghilterra, la caduta di un bolide di ghiaccio è attestata da fotografie e decine di testimonianze
3 dicembre 1973 un bolide di ghiaccio schianta il tetto di una fattoria a Fort Pierce in Florida…
Anche in questi casi le autorità scientifiche si limitano ad una scettica alzata di spalle o, peggio ancora, si affrettano a “spiegare” l’episodio addebitandolo al rilascio di liquidi da parte di aerei.
settembre 1964, un blocco di ghiaccio caduto nel Transvaal in Sud Africa, aveva rivelato alle analisi, effettuate dal Laboratorio Nazionale di Ricerca Fisica di Pretoria, tracce di te, caffè e detergenti: verosimilmente doveva provenire dallo scarico accidentale di un aereo di linea decollato, dieci minuti prima dell’impatto, dall’aeroporto Jan Smuts. Ma è uno dei pochissimi casi per i quali si è trovata una convincente spiegazione.
Il 2 aprile 1973 una testimonianza al di sopra di ogni sospetto. Il dottor R. S. Griffiths ricercatore del Dipartimento di Fisica della Manchester University, mentre percorre la strada verso casa, nota un violento lampo di luce sopra di lui. Essendo un osservatore ufficiale di fulmini per la Electrical Research Association in Inghilterra, Griffiths prende nota di alcuni dati quali l’orario, le condizioni atmosferiche la posizione stimata del fulmine…, poi continua a camminare. Nove minuti dopo, un bolide di ghiaccio si abbatte nella strada a soli tre metri da lui, frantumandosi in diversi pezzi. Griffiths li raccoglie e corre verso casa per metterli nel freezer; l’analisi di quel ghiaccio (composto sostanzialmente da acqua demineralizzata, come i bolidi caduti non molto tempo fa in Italia) e le dettagliate osservazioni dello scienziato avrebbero potuto costituire la base per progetti di ricerca tesi ad appurare questo enigmatico fenomeno. Ma non è così. Ancora una volta vince lo scetticismo e, forse, il timore accademico di confrontarsi con argomenti dai quali è bene stare alla larga. E così, ancora oggi, i bolidi di ghiaccio restano ammantati dal mistero.
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