Nella prima metà del secolo scorso, in Europa, prima che venisse adottato l’emblema della croce rossa, ciascun servizio sanitario delle forze armate era contraddistinto da un proprio segno distintivo
La necessità di conferire uno status neutrale a coloro che soccorrevano i feriti, implicava la scelta di un unico emblema. Nel 1863, i delegati del Comitato Internazionale di Soccorso ai militari feriti - il futuro Comitato Internazionale della Croce Rossa - scelsero, in omaggio alla Svizzera, una croce rossa su fondo bianco, ottenuta invertendo i colori della bandiera della confederazione elvetica
Le potenze europee non immaginarono che la scelta avrebbe portato a contestazioni. I problemi non tardarono però a presentarsi. Nel 1876, quando nei Balcani infuriava la guerra russo-turca, numerosi soccorritori catturati dalle truppe ottomane venivano uccisi semplicemente perché indossavano un bracciale recante la croce rossa. Le autorità turche, illustrando la particolare sensibilità dei soldati mussulmani nei confronti della croce, adottarono unilateralmente la mezzaluna rossa su fondo bianco per contraddistinguere i propri servizi sanitari. Alla Turchia si unì presto l’Egitto supportate anche dalla Persia che mirava ad ottenere il riconoscimento di un terzo simbolo protettivo: il leone e sole rossi su fondo bianco.
Attualmente vengono riconosciuti internazionalmente tre simboli, la croce rossa, la mezzaluna rossa ed il leone e sole rossi, ma solo due - la croce e la mezzaluna - sono utilizzati. Il rischio è che il Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa siano identificati con le due maggiori religioni, quella Cattolica e quella Islamica.
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