E' un intervento di piercing estremo che consiste nel dividere in due l'estremità della lingua, rendendola bifida come quella dei serpenti.
È l'ultimo grido della moda tra i cultori della body modification, l'arte di cambiare il proprio corpo in modo più o meno invasivo, una pratica antica quanto la civiltà.
Presso i Maya, la deformazione del cranio ottenuta con l'applicazione sui neonati di tavolette di legno e strette fasciature, era un segno di appartenenza alle classi nobili. La fasciatura dei piedi delle donne, in Giappone, che ne riduceva le dimensioni e costringeva a camminare a piccoli passi, era invece espressione di un ideale estetico di bellezza. Lo stesso ideale che ancora oggi fa allungare il collo alle "donne giraffa" della Thailandia, grazie all'applicazione di anelli di metallo, o che riempie il corpo di cicatrici, ottenute con la scarnificazione della pelle, presso alcune etnie africane. Gli esempi più estremi coinvolgono punti del corpo particolarmente sensibili, come i genitali e la lingua, e sono molto più dolorosi dei "banali" buchi sui lobi delle orecchie o della farfallina tatuata sulla spalla. La cosa strana, però, è che non sono iniziazioni praticate da qualche remota tribù. Sono moderne "torture" autoinflitte, sempre più richieste e diffuse nelle società ricche e avanzate.Voglia di trasgressione, ricerca di identità, disagio psicosociale, esibizionismo, masochismo, sono fra le tante giustificazioni addotte da psicologi e sociologi per questi e altri comportamenti considerati socialmente aberranti
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