Acropoli di Atene
Il termine acropoli indica la parte alta di una città greca antica, fortificata per la difesa, che solitamente sorgeva su un'altura e ospitava importanti centri di culto. Il termine acropoli si usa anche per indicare la collina rocciosa alta 156 m. che domina Atene, e che fu riservata ai santuari della città. Gli edifici che oggi si ammirano nell'Acropoli di Atene, risalgono alla seconda metà del V sec. a. C. Durante le guerre persiane, infatti, la maggior parte degli antichi edifici fu distrutta e non si ricostruì poiché i Greci avevano giurato alla dea Platea (479 a.C.) che non avrebbero ricostruito i templi distrutti dai Persiani. Solo dopo la pace di Pallia (449 a.C.) tra Ateniesi e Persiani, Pericle iniziò grandi opere di ricostruzione sull'Acropoli, per fare di Atene la capitale culturale della Grecia.
L’Acropoli è costruita sulla sommità spianata di una collina dove, rinchiusi da una cinta di mura, si trovano i monumenti più importanti dell’antica civiltà greca: il Partenone, l’Eretteo, i Propilei, il tempio di Atena Nike e altri luoghi di culto. Questi edifici erano un tempo adornati dalle sculture degli artisti più illustri, alcune delle quali hanno trovato sistemazione nel museo allestito sull’Acropoli e in quelli di tutto il mondo. Il percorso che conduce ai vecchi ruderi della Grecia classica, attraversa quelli appartenenti a diverse epoche storiche. Così si attraversa la porta Beulè, eretta dai Bizantini, si passa sotto una scalinata romana, tra i frammenti si notano tre leoni veneziani, si fiancheggiano le fondamenta del tempio di Atena Nike e si giunge infine all’ingresso vero e proprio rappresentato dai Propilei.
Secondo la leggenda l'Acropoli fu fondata dal fenicio Cecrope e ampliata in seguito da Eretteo, che è sepolto nell'Eretteo, e che atterrì con la sua coda di serpente gli attendenti reali che si buttarono giù dalla rupe.
Il termine acropoli indica la parte alta di una città greca antica, fortificata per la difesa, che solitamente sorgeva su un'altura e ospitava importanti centri di culto. Il termine acropoli si usa anche per indicare la collina rocciosa alta 156 m. che domina Atene, e che fu riservata ai santuari della città. Gli edifici che oggi si ammirano nell'Acropoli di Atene, risalgono alla seconda metà del V sec. a. C. Durante le guerre persiane, infatti, la maggior parte degli antichi edifici fu distrutta e non si ricostruì poiché i Greci avevano giurato alla dea Platea (479 a.C.) che non avrebbero ricostruito i templi distrutti dai Persiani. Solo dopo la pace di Pallia (449 a.C.) tra Ateniesi e Persiani, Pericle iniziò grandi opere di ricostruzione sull'Acropoli, per fare di Atene la capitale culturale della Grecia.
L’Acropoli è costruita sulla sommità spianata di una collina dove, rinchiusi da una cinta di mura, si trovano i monumenti più importanti dell’antica civiltà greca: il Partenone, l’Eretteo, i Propilei, il tempio di Atena Nike e altri luoghi di culto. Questi edifici erano un tempo adornati dalle sculture degli artisti più illustri, alcune delle quali hanno trovato sistemazione nel museo allestito sull’Acropoli e in quelli di tutto il mondo. Il percorso che conduce ai vecchi ruderi della Grecia classica, attraversa quelli appartenenti a diverse epoche storiche. Così si attraversa la porta Beulè, eretta dai Bizantini, si passa sotto una scalinata romana, tra i frammenti si notano tre leoni veneziani, si fiancheggiano le fondamenta del tempio di Atena Nike e si giunge infine all’ingresso vero e proprio rappresentato dai Propilei.
Secondo la leggenda l'Acropoli fu fondata dal fenicio Cecrope e ampliata in seguito da Eretteo, che è sepolto nell'Eretteo, e che atterrì con la sua coda di serpente gli attendenti reali che si buttarono giù dalla rupe.
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