La leggenda delle sirene è legata alla penisola Sorrentina. Dal nome di una sirena che vi sarebbe stata sepolta, Parthenope, derivava il nome di uno degli insediamenti commerciali fondati sulla costa dagli abitanti di Cuma. Il promontorio su cui sorse il centro, era già stato utilizzato come scalo marittimo e commerciale da popolazioni egee, dai Fenici e più tardi da navigatori rodii. I Cumani vi trovarono già un monumento funebre a Parthenope, poi l’insediamento conobbe una fase di declino attorno al 550 a.C.
Nel 470 a.C. nacque un secondo centro a poca distanza dal primo e fu chiamato Neapolis (città nuova), per distinguerlo dalla "città vecchia" (Paleopolis). Nella nuova città si stabilirono, oltre ad abitanti di Cuma e Ischia, Siracusani e forse, più tardi, coloni provenienti dall'Attica. In Campania, che i Greci chiamavano Opicia, anche dopo la conquista romana, la matrice greca fu evidente, sembra che a Neapolis si continuasse a parlare greco per molto tempo. Nell'antico centro della città è ancora oggi riscontrabile, la struttura di una città greca del V-IV secolo. Il Museo Nazionale di Napoli possiede una ricca raccolta di reperti che vanno dai più antichi di Pithekusa e Kyme, per giungere a quelli, scoperti dal 1700, di Pompei, Stabia ed Ercolano, che per molto tempo conservarono un'impronta tipicamente campana e i loro abitanti continuarono a prediligere manufatti d'impronta greca.
Nessun commento:
Posta un commento
Anonymous comments with advertising links
are automatically considered SPAM