Si deve ad Alfonso Ciccarelli (1532-1585) medico di Bevagna quello che si considera il primo saggio di micologia ossia l'Opusculum de tuberibus, un trattatello sui tartufi di Spoleto. Nonostante l'autore interpreti ancora la genesi in maniera fantasiosa, stupiscono certe sue moderne intuizioni ecologiche. Certamente, il medico non immaginava il destino formidabile che avrebbe baciato in fronte il suo umile tuber magnatum.
Plinio non trovando di meglio definì il tartufo "callo della terra", il medico arabo Rhazes un ortaggio e Avicenna, altro arabo, un fungo.
Ma fu l'intuizione di un uomo, Giacomo Morra, ristoratore di gusto, a lanciare il tartufo alla ribalta della notizia, inviandone ogni anno uno gigante ad un personaggio della ribalta mondiale e guadagnando al tartufo d'Alba l'attuale posto in cima alla scala delle richieste golose.
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