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domenica 17 ottobre 2010

Settimia Zenobia, regina di Palmira



La basilissa Settimia Zenobia 
Settimia Zenobia, regina di Palmira, vissuta nella seconda metà del III secolo d.C. regnò con il marito Odenato e dopo la morte di questi dal 267 al 272 d.C. tenne il potere in nome del figlio Vaballato seguendo una politica ostile all'Impero romano e favorevole ai Persiani. Zenobia apparteneva alla famiglia dei Seleucidi, era bella, determinata, ambiziosa, combattiva, molto colta, conosceva l'egiziano, il greco, il latino e la storia egiziana e di Alessandria tanto bene da scriverne un compendio ma, nonostante la sua fama, i documenti sulle sue origini sono piuttosto rari e il suo profilo compare solo su alcune monete.
Palmira sorgeva in un’oasi nel deserto siriano ed era il punto d’incontro delle piste carovaniere, in questo luogo Zenobia aveva creato una ricca corte frequentata da intellettuali. Settimia voleva diventare la basilissa dell'Oriente e riunire sotto la sua guida, rendendosi indipendente dall'impero romano, la Siria, l'Egitto, l'Asia Minore e l'Arabia. In un primo tempo l'imperatore Aureliano tollerò l'intraprendenza di Zenobia, ma si preoccupò e condusse le sue truppe in Siria, quando la regina cominciò a farsi chiamare “imperatrix” (cavalcando conduceva di persona gli eserciti in battaglia) e coniò monete con la propria effigie e quella del figlio. Aureliano attaccò e sbaragliò l'esercito della regina e lasciò in loco una sua guarnigione per il controllo della città. L'anno successivo, era il 273 ci fu la rivolta dei Palmireni e Aureliano tornato in Siria rase al suolo la città, quasi sterminò la popolazione e Zenobia fu trascinata a Roma in catene per esaltare il trionfo di Aureliano. 
Sulla sorte della regina Settimia le informazioni pervenuteci non concordano:
*Malalas, cronista siriano del VI sec., dice che Aureliano la fece decapitare dopo il suo trionfo. 
*La “Storia di Augusto” riporta che Zenobia, diventata amante di Aureliano finì i suoi giorni a Tivoli, in un esilio dorato.
* In“Delle Ville e dei più Notabili Monumenti di Tivoli” di S. Cabral e F. Del Re del 1779, si legge che Zenobia migliorò la sua posizione di prigioniera e riuscì a sposarsi con un ricco e importante romano da cui ebbe dei figli. 
I romani provarono per questa donna molta ammirazione e chiamarono“Bagni della Regina” i ruderi delle Terme di Agrippa, dove forse era ubicata la villa di Zenobia.
Il marchese Cesi nel 1605 trovò in località “Caprine”, situata sul confine settentrionale dei Piani delle Conche, un vaso d’argento e una medaglia d’oro; il vaso conteneva ornamenti femminili e gli indizi fecero supporre che questa fosse la tomba di una delle figlie di Zenobia.

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