Ianuario
La vera storia di S.Gennaro protettore di Napoli.
Ianuario era il vero nome di S.Gennaro, discendeva, infatti, dalla famiglia gentilizia Gens Januaria sacra al dio Giano bifronte. Gennaro era quindi il cognome. Fonti non ufficiali affermano che il suo nome fu Procolo.
Gennaro è una delle figure più famose nel panorama partenopeo ed e' noto in tutto il mondo. Nella prima metà del III° secolo, in piena persecuzione cristiana da parte di Diocleziano, Gennaro, vescovo di Benevento insieme a Desiderio e Festo si recò a Pozzuoli per fare visita ai fedeli. Avvisato del loro arrivo, Sessio (diacono dell'odierna Miseno) gli andò incontro, venne, però, fermato lungo la strada ed arrestato per ordine di Dragonzio, giudice anticristiano. Saputo dell'accaduto, i tre (Gennaro, Festo e Desiderio) sentirono il dovere di far visita all'amico finito in carcere a causa loro. Dragonzio approfittò dell'occasione per arrestare anche i tre. La sentenza fu di adorazione forzata degli idoli agli altari pagani. Ovviamente rifiutarono e furono condannati a morte.
A sentenza eseguita, alcuni cristiani si incaricarono di seppellire i martiri e di conservare un po' del loro sangue, rito usuale all'epoca. Il sangue di Gennaro fu tenuto in custodia dalla sua nutrice, mentre il corpo veniva sistemato prima a Fuorigrotta e poi circa un secolo dopo in quelle che oggi sono le Catacombe di S.Gennaro a Capodimonte.
La traslazione avvenne durante il mese di Aprile, mese in cui ancora oggi avviene una delle due liquefazioni annuali. Fu proprio in questo periodo, secondo alcuni storici, che si verificò la prima liquefazione. Si notò che, in vicinanza delle ossa del Santo, il contenuto delle ampolle da solido diventava liquido. Ma la data ufficiale della prima liquefazione è il 1389 Su questo fenomeno si sono fatte molte speculazioni. Alcuni dicono che è un prodigio altro affermano che è un falso. Infatti, il fenomeno è facilmente riproducibile in laboratorio con tecnologie ed elementi chimici già disponibili nel periodo preso in considerazione, comunque sia resta il fascino ed il mistero che accompagna tutta la vicenda attraverso i secoli. Persino il longobardo Duca Sicone nell'831 se ne occupò trafugandone i resti e sistemandoli a Benevento, la città che vide Gennaro Vescovo.
Nel 1156 furono ancora una volta trasferiti, murati dietro l'altare maggiore del Santuario di Montevergine, se ne perse il ricordo per circa 3 secoli, quando, nel 1480, per lavori di restauro all'altare, furono ritrovati.
Nel 1492 il santo vide la sua attuale sistemazione nel Duomo di Napoli in una cappella a lui dedicata, insieme alle ampolle contenenti il sangue. Molti sono gli episodi veri o falsi che fanno da corollario ai misteri gennariani. Tra i tanti: il palese anacronismo riguardo al ceppo su cui fu decapitato. A quei tempi, parliamo del 300 d.c., non si usava il ceppo per la decapitazione ed il marmo su cui si presume fu decapitato Gennaro, fa parte di un complesso marmoreo di qualche secolo posteriore. Inoltre durante il Concilio Vaticano II°, la venerazione di S.Gennaro fu limitata in ambito locale: in pratica fu declassificato come Santo di serie "B". Ma la devozione dei napoletani fu, ed è, tale che pochi giorni dopo sui muri della città fu scritto: "San Genna', futtetenne!"
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