Sibilla Cumana
La Sibilla Cumana era solita scrivere i suoi responsi sulle foglie che poi il vento che penetrava nel suo antro disperdeva. Diventava, così difficile ricostruire il responso.
Eneide III, 445-452
La vergine dispone in ordine tutti i responsi che scrisse
sulle foglie, e li lascia rinchiusi nell'antro. I responsi
rimangono immobili nel luogo e non si allontanano dall'ordine;
ma quando, girato il cardine, un lieve vento
li spinge e la porta scompiglia le tenere fronde,
giammai, poi, volteggianti nella cavità della roccia,
lei si cura di riprodurre le posizioni o di connettere i responsi:
i visitatori si allontanano senza risposta, e odiano la sede della Sibilla.
In molti hanno cercato il mitico antro e nel 1932, si è arrivati, non senza discordanze, ad identificarlo con la dromos posta nei pressi del lago Averno, vicino Napoli. Si tratta di una grotta di forma trapezoidale, databile intorno al IV secolo a.C. Un corridoio lungo ben 131 m, illuminato da 6 fenditure, conduce in una grande nicchia a volta da cui la divina sacerdotessa seduta su di un trono pronunciava i suoi vaticini.
L’antro si trova in un luogo suggestivo e mitico, è infatti circondato dai templi di Apollo e di Giove, le terme, l’anfiteatro e la necropoli.
Ma forse il luogo più suggestivo è il laghetto di Averno. Da questo lago Enea e Ulisse scesero negli Inferi. Questa era infatti una delle porte di accesso al mondo dei morti.
" L'immenso fianco della rupe euboica si apre in un antro: vi conducono cento ampi passaggi, cento porte; di li erompono altrettante voci, i responsi della Sibilla…"
Virgilio così immagina lo stato di esaltazione che si creava in coloro che andavano dalla Sibilla, per l'atmosfera (creata dai giochi di luci delle fenditure del corridoio) che faceva apparire e sparire la profetessa.
Alcune popolazioni dell'Asia occidentale si tramandavano sotto forma di versi i responsi oracolari delle Sibille; ma la più famosa di tutta la storia fu sicuramente la Sibilla Cumana. Donna sapiente in grado di predire il futuro. Ella era legata al culto di Apollo ed emetteva i suoi oracoli dalla grotta di Cuma. I poeti romani narrano la storia della profetessa,originaria dell'Oriente, a cui il Dio offrì di esaudire qualsiasi suo desiderio pur di diventarne l'amante; La Sibilla chiese di vivere per un numero di anni pari ai granelli contenuti in una manciata di polvere, che risultarono essere mille. Scordò però di chiedere l'eterna giovinezza, e con il trascorrere del tempo divenne cosi vecchia e raggrinzita da poter essere rinchiusa in una bottiglia che fu appesa a Cuma.
Quando alcuni bambini le chiesero cosa desiderasse, essa rispose soltanto: "Voglio morire".
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