Girolamo Segato il pietrificatore
Girolamo Segato nacque nella cittadina di Sospirolo ( Belluno) il 13 giugno 1792 fu scienziato, ricercatore, studioso di chimica e di mineralogia. Insofferente agli studi scientifici classici raggiunta l'età per viaggiare partì per l'Egitto dove visse per diversi anni. Durante un suo viaggio alla piramide di Abuyr Girolamo fu colpito dalle tecniche di mummificazione dei cadaveri e cercò di carpirne i segreti. Tornato in Europa si stabilì a Firenze, dove si dedicò allo studio della pietrificazione. Le sue sperimentazioni furono spesso ostacolate dalle autorità mediche sanitarie di Firenze, che giudicarono i suoi studi contrari ad ogni etica professionale. Alcuni lo accusarono di aver stretto legami con stregoni egizi per avere le formule magiche che gli consentivano di realizzare la pietrificazione.
La sua fama fra il 1832 e il 1836 varcò i confini e Francia, Russia e America chiesero i sui servigi ma lui rifiutò sempre di rendere noti i procedimenti che usava. Non “ pietrificò” mai un corpo intero ma solo parti umane o vegetali che trasformava in modo tale da poter essere lavorate come pietra dura ed incastonate addirittura in mobili. Famoso macabro esempio è un tavolino, preparato come dono per un principe, nella speranza di ottenere fondi per i suoi studi; nel centro vi è un intarsio realizzato con parti umane, il principe, inorridito rifiutò il dono ed ogni contatto con lo scienziato.
Quattro mesi prima della morte, Segato aveva notato che qualcuno aveva forzato la porta del suo studio e ciò fu sufficiente per indurlo a bruciare tutte le sue carte.
Morì poverissimo a Firenze il 3 febbraio 1836 e fu sepolto nella chiesa di Santa Croce a Firenze portando con se il segreto della mummificazione. Sulla sua tomba si legge: “Qui giace disfatto Gerolamo Segato da Belluno".
Si racconta che moltissimi si recarono nella sua abitazione per cercare documenti o prendere lembi di vestiti per ricordo. Gli furono strappati perfino la barba e i baffi.
Le sue realizzazioni sono oggi raccolte in gran parte nel Museo del Dipartimento di Anatomia, Istologia e Medicina Legale dell’Università degli Studi di Firenze, a cui il Museo di Storia della Scienza di Firenze e il Museo Civico di Belluno hanno affidato la conservazione dei loro reperti.
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