Questo tubero ci è noto, oltre che le qualità gastronomiche, per il suo bel colore arancione. Questo colore però non è il suo naturale. In origine la carota era di colore viola, come ci indicavano testimonianze dell'antico Egitto, ma anche, intorno al X secolo, notizie dall'Iran, dall'Afghanistan e Pakistan.
Nel XIV secolo in Europa si importavano carote viola, bianche e gialle e si ha notizia anche di quelle nere, rosse e verdi.
Nel 1720 gli olandesi decisero di cambiargli il colore in onore della dinastia regnante, gli Orange, e di qui ebbe inizio la trasformazione, che non avvenne in laboratori, come per le moderne "modificazioni genetiche", ma nei campi olandesi, per selezione successiva, partendo da un seme di carota proveniente dall'Africa del nord. Così nel giro di qualche anno si è arrivati ad una carota arancione, perdendo la semenza delle prime.
Il ricercatore Philipp Simon, usando sistemi di incrocio tradizionali, senza cioè l'ausilio delle biotecnologie, è riuscito a ottenere carote con nuove colorazioni, in pratica ha ricreato carote con i colori che avevano in passato. Lo scopo iniziale era quello di far crescere il consumo della verdura sfruttando il suo appeal cromatico. Poi però, studiando le proprietà nutritive delle nuove carote, gli studiosi hanno scoperto di avere fatto centro. I nuovi colori portano, infatti, con sé anche una serie di benefici per la nostra salute.
Ma pensa tè ke roba inimmaginabile, ke le carote esistessero in origine multicolori mi giunge proprio nuova ed ora però non vedo l'ora di trovarle in commercio, soprattutto quelle viola mi piacerebbe davvero provarle !
RispondiEliminaLa carota viola l'ho vista usare poco tempo fa in TV in una trasmissione, non ricordo quale, di cucina.
RispondiEliminaCiao Fiore buona giornata un abbraccio enrico