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martedì 16 novembre 2010

Porta magica


Porta Alchemica
In pieno centro di Roma, in un angolo di Piazza Vittorio situata al centro del quartiere Esquilino, dove sorgeva villa Palombara, c’è quella che potrebbe essere un’importante testimonianza alchemica. Si tratta della Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, fu edificata tra il 1655 e il 1680 da Massimiliano Palombara marchese di Pietraforte (1614-1680) nella sua residenza, villa Palombara. La Porta Alchemica è l'unica rimasta delle cinque porte di villa Palombara. Sull'arco della porta situata sul lato opposto della villa, vi era un’iscrizione che permetteva di datarla al 1680, inoltre vi erano altre quattro iscrizioni sui muri all'interno della villa. La porta Magica sulla quale sono incisi strani simboli e raffigurazioni è affiancata da due statue raffiguranti BES divinità egizia della notte, che presiede al divertimento alla virilità alla riproduzione e all’alchimia. La porta era l’entrata nei cosiddetti “horti”.
Secondo la leggenda, tramandata nel 1802 dall'abate Francesco Girolamo Cancellieri, il marchese Massimiliano di Palombara era adito alle scienze occulte. Una sera, incuriosito da uno strano personaggio che si aggirava per gli horti in cerca di qualcosa, lo avvicino e gli chiese cosa cercasse. Lo sconosciuto, identificabile con l'alchimista Francesco Giustiniani Bono, rispose che stava cercando delle erbe per creare l’oro. Palombara invitò lo sconosciuto a trascorrere la notte nella villa e gli diede la possibilità di eseguire i suoi esperimenti nel suo attrezzatissimo laboratorio. Il mattino seguente  l’alchimista fu visto scomparire per sempre attraverso la porta, ma lasciò dietro alcune pagliuzze d'oro e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale. Il marchese dispose che una parte degli enigmi venissero scolpiti sopra la porta principale della sua villa e una parte intorno a una piccola porta di marmo, dirimpetto alla chiesa di S. Eusebio nella speranza che un giorno qualcuno sarebbe riuscito a decifrarli. Nel XIX secolo quest’ultima porta fu recuperata e nel 1888 ai suoi lati vennero sistemate due statue di marmo che raffiguravano il dio egizio Bes, provenienti dagli scavi della zona del Quirinale. Ora è attualmente visibile nei giardini pubblici della piazza Vittorio Emanuele II, presso l’angolo che fronteggia la chiesa di S. Eusebio

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