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sabato 15 gennaio 2011

I cani della metropolitana di Mosca


I cani della metropolitana di Mosca
Qualche tempo fa Elena Rikhova raccontava all’ANSA:
“'Vivo fuori città e ogni mattina prendo un trenino che mi porta fino alla stazione metropolitana di Tushino e ieri ho visto un bel cane sdraiato accanto a una donna. Le ho chiesto se fosse il suo, ma mi ha detto che era già a bordo quando è salita. Gli ho dato del pane, lo ha mangiato educatamente, ma senza particolare entusiasmo. Quando sono scesa, è sceso con me, pensavo volesse seguirmi perché l'avevo nutrito. Ma non mi ha neanche guardata: è andato verso l'uscita, ha passato il cancelletto come qualsiasi passeggero. Fuori c'erano due altri cani che lo conoscevano, lo hanno accolto con delle feste. Non avrei mai creduto di vedere un cane che prende da solo il treno per andare a trovare gli amici”.


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I randagi sono universalmente considerati i più intelligenti fra i cani: e a Mosca, dove secondo alcune stime sono almeno 20/30 mila, hanno sviluppato una nuova razza che sfiora la genialità, il cane da metrò. Il fenomeno è diventato un oggetto di studio da parte degli etologi, che non cessano di stupirsi della complessità del comportamento di questi nuovi, ultra specializzati 'cittadini' del sottosuolo.
I cani della metropolitana di Mosca, circa 500, si muovono da soli, sono in grado di cambiare treno e hanno percorsi intenzionali quanto complicati. Si è notato che non si muovono a casaccio, cambiano vettura secondo precise direzioni non è chiaro perché lo facciano o come capiscano, quando è il momento di scendere, forse sono in grado di contare le fermate, forse riescono a capire gli annunci degli altoparlanti, fatto sta che non sbagliano mai. Sanno distinguere i poliziotti e se ne tengono alla larga, evitano le ore di punta, hanno imparato a chiedere l'elemosina, ma evitano di infastidire passeggeri e sorveglianti per non farsi cacciare, ed escono dal metrò per fare i loro bisogni, usando come chiunque le scale mobili. Quando vogliono del cibo, si mettono prima al centro del vagone e attraggono l'attenzione con un guaito, poi percorrono lentamente le file dei sedili, fermandosi insistentemente dove colgono un moto di simpatia o davanti alle donne cariche di pacchi. Se lo sguardo supplichevole non basta, toccano loro lievemente il braccio con la zampa. Difficile che qualcuno resista.
In effetti, i passeggeri della metropolitana, tranne rare eccezioni, si sono affezionati ai cani del metrò.
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I cani randagi però attaccano molti moscoviti ogni anno, di regola, si tratta di cani solitari che trascorrono molto tempo nella metropolitana di Mosca.
Se si forma un branco di cani randagi, ciascun membro del gruppo ha un proprio ruolo e uno status sociale. C'è sempre un capo, il cane maschio più forte e più aggressivo è l'individuo più intelligente del branco ed ha la responsabilità di scegliere gli itinerari e le tattiche d'azione. Il capo ha un assistente, o un sorvegliante, il cui scopo è di marcare il suo territorio. Il capo tiene spesso la sua femmina nel branco. Per ridurre il numero dei randagi si è provato con la sterilizzazione, ma è servito a poco. Non sono stati registrati casi di rabbia e quindi non ci sono gli estremi per una grave emergenza sanitaria. Una politica di sterminio non sembra ad ogni modo all'orizzonte a Mosca, una parte della popolazione simpatizza per questi animali di media e grossa stazza in genere di bell'aspetto e dagli occhi intelligenti che si muovono in branco e che spesso non sopravvivono più di un paio d'anni.

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