Il mosaico nilotico dimensioni: 5,85 x 4,31 m risale forse al primo secolo avanti Cristo. Il mosaico è uno dei più famosi del mondo antico, era originariamente in un ambiente del Foro dell’antica Prenestae e fu scoperto tra il 1558 e il 1604 in quella che era la "sala absidata" adibita a cantina dell’attuale seminario di Palestrina. Fu il duca d’Acquasparta Federico Cesi, venuto a Palestrina nel 1614 in occasione delle sue nozze a valorizzare il mosaico che fu riprodotto da Cassiano dal Pozzo in diciotto tavole a colori. Il vescovo di Palestrina, cardinale Andrea Peretti nel 1624-25 ordinò che il mosaico fosse trasportato a Roma. L’opera fu quindi smontata ma alcune parti rimasero a Palestrina. Nel 1640 tutte le parti del mosaico erano tornate a Palestrina ma durante i vari spostamenti l’opera aveva subito dei danni che furono riparati definitivamente solo durante il restauro avvenuto durante il periodo 1853/55.
Il mosaico nel corso degli anni è stato motivo di discussione fra gli studiosi che ne hanno dato interpretazioni diverse. Quello che è certo è che l’opera rappresenta l’Egitto inondato dal Nilo, mostra le origini ed il percorso del fiume fino al delta e mostra animali piante ed edifici scene di caccia, pesca, rituali e banchetti di quei luoghi.
Ora il mosaico è collocato in una parete del Museo Archeologico di Palestrina. La scena che raffigura un banchetto sotto una pergola, si trova presso l'Altes Museum di Berlino, quella inserita nell’opera è una coppia.
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