HO DECISO DI RAGGRUPPARE UNA SERIE DI POST DEDICATI AL NATALE CHE AVEVO PUBBLICATO NEGLI ANNI PASSATI.
Albero di Natale
L'albero di Natale ha una tradizione antica che è fatta risalire alle popolazioni germaniche, in particolare ai Teutoni. Per celebrare il Solstizio d’inverno iTeutoni andavano nel bosco e segavano un abete come rito propiziatorio. Portato in casa, l'abete era poi addobbato con ghirlande e dolci. Sembra sia stato Martin Lutero a introdurre l'abete nel mondo cristiano, le sue fronde sempre verdi potevano essere anche in pieno inverno presagio di primavera. Le candeline, con la loro luce rappresentavano la vita e la fede. La prima notizia ufficiale sull'uso dell'albero di Natale viene dall'Alsazia. È una cronaca di Strasburgo del 1605 nella quale si legge: "Per Natale i cittadini si portano in casa degli abeti, li mettono nelle stanze, li ornano con rose di carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti di similoro".
Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica di queste regioni. Nell'800 si cominciarono a fabbricare le decorazioni di vetro soffiato, e la moda dell'albero addobbato si estese a tutte le corti europee.
In Italia l'introduzione dell'albero, risale al tempo della regina Margherita (Torino, 20 novembre 1851 – Bordighera, 4 gennaio 1926) consorte di Umberto I di Savoia, che ne fece allestire uno in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava e la novità piacque moltissimo.
Agli inizi del 1900 l'albero cominciò a diffondersi anche in Italia come simbolo del Natale.
25 dicembre Natale
Il Natale, nella tradizione cristiana, corrisponde alla natività di Gesù Cristo, ma perché lo festeggiamo il 25 dicembre? Gesù non è nato in quella data, gli Apostoli, e i membri della Chiesa apostolica non hanno mai celebrato la festa del Natale semplicemente perché la data della nascita di Cristo non è nota, i Vangeli non indicano né il giorno né il mese. La Nuova Enciclopedia Cattolica dice: "Alla nascita di Cristo fu assegnata la data del solstizio invernale perché in quel giorno, in cui il sole inizia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il “Dies Natalis Solis Invicti". Fu nel quinto secolo che la Chiesa occidentale, decise che la festa venisse celebrata nello stesso giorno dell’antica festa romana in onore della nascita del dio Sole. La festa pagana, era talmente popolare che i Cristiani furono ben contenti di perpetuarne la celebrazione con pochi cambiamenti, sia nello spirito che nelle usanze. La Bibbia d’accordo con i cristiani della Mesopotamia, definisce paganesimo l’aver adottato una festa idolatra. Il Natale non è una festa comandata da Dio, è derivata dal paganesimo e come tale, è condannata dalla Sacra Scrittura, Gesù Cristo non ha chiesto di ricordarlo nel giorno della nascita. Il vero significato di Cristo è racchiuso nella Pasqua di resurrezione, con la morte Lui ha aperto agli uomini la strada della salvezza eterna.
In fondo che importanza ha il giorno esatto della nascita di Cristo visto che non sappiamo nemmeno l’anno esatto? Matteo fa nascere Gesù al tempo di re Erode il Grande, cioè non oltre il 4 a. C, mentre Luca fa nascere Gesù durante il censimento della Palestina che il governatore della Siria Quirinio supervisionò nel 7 d.C.(11 anni di differenza). La Chiesa, al giorno d'oggi, ammette che Gesù sia nato attorno al 7 a.C. Infatti gli studiosi moderni sarebbero d'accordo nell'interpretare il famoso segno della stella, che avrebbe guidato i magi fino alla culla di Gesù
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Il 25 dicembre, i Cristiani festeggiano la natività di Gesù, gli antichi romani celebravano i Saturnali e il Sole Invictus. Non è però certo che la festa fosse celebrata sempre in questa data. Il Cronografo del 354 (Chronographus anni 354) è un calendario illustrato per l'anno 354 dove compare per la prima volta la data del 25 dicembre abbinata alle celebrazioni del Sole Invictus, ma durante il regno dell’imperatore romano Licinio (308 - 324.) la celebrazione si svolse il 19 dicembre (unica altra data certa).
I Saturnali si festeggiavano in onore del dio Saturno, i partecipanti usavano scambiarsi l'augurio Io Saturnalia, accompagnato da doni simbolici. Le celebrazioni incominciavano con grandi banchetti, sacrifici, lo scambio dei ruoli sociali, giochi, in un crescendo che poteva raggiungere qualche volta caratteri orgiastici.
Il Sole Invictus, in onore del dio Mitra, commemorava il solstizio d'inverno. In questo periodo il sole si trova in una posizione che lo fa sembrare fermo all’orizzonte per qualche giorno. Per questo motivo, si praticavano i riti per incitare l'astro a riprendere il suo cammino per riportare la bella stagione. Quando nacque il Cristianesimo queste feste erano molto popolari, quindi si pensò di sovrapporre la Natività di Cristo alla festa del Sole Invictus. Così, mentre i Romani festeggiavano il Dio Sole, i Cristiani celebrano la nascita del loro Salvatore - Luce dei Credenti.
L’Abete per gli antichi Celti era l'albero cosmico, rappresentava uno strumento di comunicazione tra il cielo e la terra e simboleggiava la rinascita e l'immortalità (poiché sempreverde).
La ghirlanda la ruota dell'anno
S.Nicola
Nel 1087, un gruppo di mercanti portò a Bari, dalla Turchia, le spoglie di San Nicola e per custodire le reliquie fu edificata una basilica. La translazione del Santo era solo la copertura di un ricerca ben più importante, quella del Graal. I mercanti erano in realtà Cavalieri in missione segreta per conto di Papa Gregorio VII. Il Pontefice era al corrente del potere del Calice, ma non voleva pubblicizzare la sua ricerca, né l'eventuale ritrovamento, in quanto esso era un oggetto pagano. La coppa, forse, era passata per le mani di San Nicola nel VI secolo e ciò gli avrebbe conferito la fama di dispensatore d'abbondanza. Il recupero delle spoglie giustificò la spedizione in Turchia e l'edificazione della basilica a Bari. Sul portale della cattedrale (edificata parecchi anni prima della divulgazione della "Materia di Bretagna") è riprodotta anche l'immagine di Re Artù. Nella tomba di San Nicola continua a formarsi un liquido chiamato "manna" che, oltre a essere altamente nutritivo, sarebbe in grado di curare ogni male.
"Materia di Bretagna"
La leggenda di Re Artù si lega a quella del Graal
Alcune tracce che lo riguardano si trovano nella Basilica di Bari e nella cattedrale di Otranto. La storia di Re Artù e dei dodici cavalieri della Tavola rotonda, è narrata non solo ne "La materia di Bretagna", c'è un riscontro anche nell’archivolto dei leoni della Basilica di San Nicola di Bari la cui realizzazione è avvenuta un secolo prima.Tracce ci sono anche a Otranto, porto di grande importanza nell’antichità e nel Medioevo, da dove partivano le navi del crociati dirette in Terrasanta. Punto terminale della via Traiana, la città fu più volte assalita dalla flotta turca e nel 1480 fu conquistata dalle truppe condotte da Achmed Pascià. Vescovo, clero e popolo furono massacrati nel duomo e due giorni dopo, il 14 agosto, sul collo della Minerva, furono decapitati 800 prigionieri superstiti, poi passati alla storia come i Martiri d’Otranto.
La pietra delle decapitazioni e gli ossari delle vittime sono conservati nella cappella dei martiri della cattedrale che fu quindi testimone di orrendi massacri.
Sul pavimento della basilica c'è un mosaico che rappresenta l’albero della vita e che si richiama ad antiche tradizioni sapienziali, fra cui quella ebraica. Nel mosaico compare anche re Artù che guarda una porta che, secondo la leggenda, indicherebbe l’accesso a un luogo segreto, dove egli riposò tre giorni e tre notti prima di affrontare un combattimento. Forse, si dice, si tratta di una grotta nei pressi del castello di Otranto.
Sul pavimento della basilica c'è un mosaico che rappresenta l’albero della vita e che si richiama ad antiche tradizioni sapienziali, fra cui quella ebraica. Nel mosaico compare anche re Artù che guarda una porta che, secondo la leggenda, indicherebbe l’accesso a un luogo segreto, dove egli riposò tre giorni e tre notti prima di affrontare un combattimento. Forse, si dice, si tratta di una grotta nei pressi del castello di Otranto.
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San Nicola di Mira (di Bari) Vescovo
Nato probabilmente a Pàtara di Licia, in Asia Minore (attuale Turchia), fu eletto vescovo di Mira nella stessa Licia, proveniva da una famiglia nobile e benestante. La sua fama è universale, documentata da chiese e opere d’arte, ma sulla sua vita le notizie certe sono pochissime. Come accade alle personalità forti, quasi ogni suo gesto è trasfigurato in prodigio.
Nato probabilmente a Pàtara di Licia, in Asia Minore (attuale Turchia), fu eletto vescovo di Mira nella stessa Licia, proveniva da una famiglia nobile e benestante. La sua fama è universale, documentata da chiese e opere d’arte, ma sulla sua vita le notizie certe sono pochissime. Come accade alle personalità forti, quasi ogni suo gesto è trasfigurato in prodigio.
Un “Passionarium” del VI secolo dice che ha sofferto per la fede nelle ultime persecuzioni antecedenti Costantino, e che è intervenuto nel 325 al Concilio di Nicea.
Nicola muore il 6 dicembre di un anno incerto e il suo culto si diffonde in Asia Minore (25 chiese dedicate a lui nel VI secolo). Ci sono pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Mira.
Sette secoli dopo la sua morte, quando in Puglia è subentrato il dominio normanno, “Nicola di Mira” diventa “Nicola di Bari”; sessantadue marinai baresi (probabilmente erano Cavalieri), sbarcati nell’Asia Minore già soggetta ai Turchi, arrivano al sepolcro di Nicola e s’impadroniscono dei suoi resti, che il 9 maggio 1087 giungono a Bari accolti in trionfo dai fedeli.
Nicola muore il 6 dicembre di un anno incerto e il suo culto si diffonde in Asia Minore (25 chiese dedicate a lui nel VI secolo). Ci sono pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Mira.
Sette secoli dopo la sua morte, quando in Puglia è subentrato il dominio normanno, “Nicola di Mira” diventa “Nicola di Bari”; sessantadue marinai baresi (probabilmente erano Cavalieri), sbarcati nell’Asia Minore già soggetta ai Turchi, arrivano al sepolcro di Nicola e s’impadroniscono dei suoi resti, che il 9 maggio 1087 giungono a Bari accolti in trionfo dai fedeli.
L’usanza dei regali
Racconta la leggenda che nella città dove si trovava il vescovo Nicola, un padre, non avendo i soldi per costituire la dote alle sue tre figlie e farle così sposare convenientemente, avesse deciso di mandarle a prostituirsi. Nicola, venuto a conoscenza della cosa, lasciò di nascosto tre sacchetti di monete d'oro nella casa delle ragazze, che ebbero quindi la dote per sposarsi salvando al tempo stesso la loro purezza.
La festa di S.Nicola cade in Occidente il 6 dicembre ed era questo, in alcune nazioni, Olanda, Belgio, Lussemburgo e regioni italiane, il giorno dei doni. E' solo a partire dalla fine della prima guerra mondiale che ha avuto inizio il processo di unificazione del “giorno del dono” con lo spostamento al 25 dicembre e l'immagine del Babbo Natale alla quale ci siamo abituati, è quella della campagna pubblicitaria della Coca Cola dell'epoca.
Racconta la leggenda che nella città dove si trovava il vescovo Nicola, un padre, non avendo i soldi per costituire la dote alle sue tre figlie e farle così sposare convenientemente, avesse deciso di mandarle a prostituirsi. Nicola, venuto a conoscenza della cosa, lasciò di nascosto tre sacchetti di monete d'oro nella casa delle ragazze, che ebbero quindi la dote per sposarsi salvando al tempo stesso la loro purezza.
La festa di S.Nicola cade in Occidente il 6 dicembre ed era questo, in alcune nazioni, Olanda, Belgio, Lussemburgo e regioni italiane, il giorno dei doni. E' solo a partire dalla fine della prima guerra mondiale che ha avuto inizio il processo di unificazione del “giorno del dono” con lo spostamento al 25 dicembre e l'immagine del Babbo Natale alla quale ci siamo abituati, è quella della campagna pubblicitaria della Coca Cola dell'epoca.
Quanta bella storia in questi post natalizi, Enri.
RispondiEliminaAlcune notizie le conoscevo, altre no.
Grazie e buon sabato sera!
Ho fatto un riassunto delle puntate precedenti :-)
EliminaCiao Gianna buona serata, un abbraccio
enrico
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Infatti, senza amici la vita sarebbe molto triste.
EliminaCiao Mirta buona serata, un abbraccio
enrico
Quante notizie interessanti. Grazie, Enrico!
RispondiEliminaBuona domenica
Cri
Grazie dei commenti fanno sempre piacere. Mi fanno piacere anche le correzioni quando faccio errori:-)
EliminaCiao Cristina buona serata, un abbraccio
enrico
E la befana! ? ^_^ :))))
RispondiEliminaAspetta, aspetta recupero anche i post sulla befana ahahah.
RispondiEliminaCiao Annastella buona serata, un abbraccio
enrico
Sei un vero enciclopedista, caro amico!
RispondiEliminaIl vero storico e ricercatore sei tu che trovi stampe mappe e notizie poco note o del tutto sconosciute alla maggior parte dei lettori.
RispondiEliminaCiao Adriano buona giornata
enrico