L’Acca in fuga
di Gianni Rodari
C’era una volta un’Acca.
Era una povera Acca da poco: valeva un’acca, e lo sapeva. Perciò non montava in superbia, restava al suo posto e sopportava con pazienza le beffe delle sue compagne. Esse le dicevano: e così, saresti anche tu una lettera dell’alfabeto? Con quella faccia? Lo sai o non lo sai che nessuno ti pronuncia?
Lo sapeva, lo sapeva. Ma sapeva anche che all’estero ci sono paesi, e lingue, in cui l’acca ci fa la sua figura.
" Voglio andare in Germania, - pensava l’Acca, quand’era più triste del solito-Mi hanno detto che lassù le Acca sono importantissime ".
Un giorno la fecero proprio arrabbiare. E lei, senza dire né uno né due, mise le sue poche robe in un fagotto e si mise in viaggio con l’autostop.
Apriti cielo! Quel che successe da un momento all’altro, a causa di quella fuga, non si può nemmeno descrivere.
Le chiese, rimaste senz’acca, crollarono come sotto i bombardamenti. I chioschi, diventati di colpo troppo leggeri, volarono per aria seminando giornali, birre, aranciate e granatine in ghiaccio un po’ dappertutto.
In compenso, dal cielo caddero giù i cherubini: levargli l’acca, era stato come levargli le ali.
Le chiavi non aprivano più, e chi era rimasto fuori casa dovette rassegnarsi a dormire all’aperto.
Le chitarre perdettero tutte le corde e suonavano meno delle casseruole.
Non vi dico il Chianti, senz’acca, che sapore disgustoso. Del resto era impossibile berlo, perché i bicchieri, diventati " biccieri", schiattavano in mille pezzi.
Mio zio stava piantando un chiodo nel muro, quando le Acca sparirono: il "ciodo" si squagliò sotto il martello peggio che se fosse stato di burro.
La mattina dopo, dalle Alpi al Mar Jonio, non un solo gallo riuscì a fare chicchirichi’: facevano tutti ciccirici, e pareva che starnutissero. Si temette un’epidemia.
Cominciò una gran caccia all’uomo, anzi, scusate, all’Acca. I posti di frontiera furono avvertiti di raddoppiare la vigilanza. L’Acca fu scoperta nelle vicinanze del Brennero, mentre tentava di entrare clandestinamente in Austria, perché non aveva passaporto. Ma dovettero pregarla in ginocchio: resti con noi, non ci faccia questo torto! Senza di lei, non riusciremmo a pronunciare bene nemmeno il nome di Dante Alighieri. Guardi, qui c’è una petizione degli abitanti di Chiavari, che le offrono una villa al mare. E questa è una lettera del capo-stazione di Chiusi-Chianciano, che senza di lei diventerebbe il capo-stazione di Ciusi-Cianciano: sarebbe una degradazione.
L’Acca era di buon cuore, ve l’ho già detto. È rimasta, con gran sollievo del verbo chiacchierare e del pronome chicchessia. Ma bisogna trattarla con rispetto, altrimenti ci pianterà in asso un’altra volta.
Per me che sono miope, sarebbe gravissimo: con gli "occiali" senz’acca non ci vedo da qui a lì.
bella ...per i bambini delle elmentari sarebbe proprio un bel racconto ....forse qualche volte anche per noi genitori non faarebbe male ...me compresa .....buona giornata enrico un sorriso per te
RispondiEliminaRodari era specializzato in testi per bambini. Mi è piaciuto questo raccontino perché troppo spesso vedo usare la cappa invece dell'acca.
EliminaCiao Barbara, buona serata col sorriso, un abbraccio
enrico
Anch'io talpissima, Enrico!
RispondiEliminaOk mi metto gli occhiali almeno possiamo darci il 5.
EliminaBuona serata Adriana, un abbraccio
enrico
La conosco, mio caro Enrico...
RispondiEliminaAcca che incanta e guai a dimenticarla!
...e non rubarmi il "mestiere"...
RispondiEliminaAbbraccio.
Gianna ero sicurissimo che tu la conoscessi, anche se non so se hai fatto un post. comunque è Rodari il colpevole:-)
EliminaBuona serata, un abbraccio
enrico
Ciao Enrico, senza tante c(h)iacc(h)iere e con i fatti l'H (h)a dimostrato la sua importanza a c(h)i vive di superbia, brava e anc(h)e simpatica! ^_^
RispondiEliminaSorridente serata e un abbraccio!
Sciarada è simpatico questo tuo intervento, ma hai tolto l'acca al dolce del momento ed ora le chiacc(h)iere sono insipide :-)
EliminaFelice serata, un abbraccio
enrico
Lo sai, che io da povero ignorante, non la conoscevo per niente! Questo racconto.
RispondiEliminaMolto interessante caro Enrico.
Tomaso
Tomaso io ho trovato simpatico questo raccontino per i bambini per questo l'ho postato.
EliminaBuona serata caro Tomaso
enrico
Troppo simpatico questo racconto Enrico, comunque ci fa capire che spesso diamo meno importanza a qualcosa che al contrario meriterebbe un po' di più di considerazione...
RispondiEliminaPosso copiarla e metterla nel mio sito per bambini? Penso che anche a loro piacerebbe... Naturalmente inserirò il tuo link.
Grazie Enrico, un abbrraccio
Betty il racconto l'ha scritto Rodari scrittore e pedagogista italiano specializzato in testi per bambini. Io non ho nessun merito mi sono limitato a copiarlo e a fare la vignetta. È solo la sua firma che devi mettere.
RispondiEliminaBuona serata, un abbraccio
enrico
Si Enrico, lo so che l'ha scritto Gianni Rodari, ma ho conosciuto questa storiella tramite te, e mi pareva giusto segnalarti. ;-)
EliminaGrande Rodari! Leggerla qui da te me l'ha fatta ritornare in mente, perché l'avevo proprio dimenticata.
RispondiEliminaSuppongo ti abbia fatto sorridere come la prima volta che l'avevi letta.
EliminaBuona giornata Krilù un abbraccio
enrico
Bellissimo racconto di Rodari: grazie per averci trasmesso il suo bel messaggio pubblicandolo qui = )
RispondiEliminaEra un grande, bravissimo ad inventare storie adatte ai ragazzi.
EliminaCiao Enrico buona giornata
enrico