Sulammita parla del suo uomo
( Ho scelto le frasi senza rispettare la sequenza originale del testo)
Sono scura ma bella, o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Chedar, come i padiglioni di Salomone.
Non guardate se sono scura;
è il sole che mi ha abbronzata;
L'amico mio è bianco e vermiglio,
e si distingue fra diecimila.
Il suo capo è oro finissimo,
le sue chiome sono crespe,
nere come il corvo.
I suoi occhi paiono colombe in riva a ruscelli,
che si lavano nel latte,
montati nei castoni di un anello.
Le sue gote sono come un'aia d'aromi,
come aiuole di fiori odorosi;
le sue labbra sono gigli,
e stillano mirra liquida.
Le sue mani sono anelli d'oro,
incastonati di berilli;
il suo corpo è d'avorio lucente,
coperto di zaffiri.
Le sue gambe sono colonne di marmo,
fondate su basi d'oro puro.
Il suo aspetto è come il Libano,
superbo come i cedri.
Il suo palato è tutto dolcezza,
tutta la sua persona è un incanto.
Tal è l'amore mio, tal è l'amico mio,
L'amico mio è simile a una gazzella, o a un cerbiatto.
Il mio amico è mio, e io sono sua:
di lui, che pastura il gregge fra i gigli.
Di buon mattino andremo nelle vigne;
vedremo se germoglia la vite,
se le gemme si schiudono,
se fioriscono i melograni:
là ti darò il mio amore.
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Un’altra bella sequenza del Cantico dei Cantici. Mi piace sottolineare come anche il desiderio sessuale femminile venga esaltato e riconosciuto come quello maschile. Buona giornata, Enrico.
RispondiEliminaNel Cantico dei Cantici si parla di amore inteso come piacere e non come … crescete e moltiplicatevi riferito agli sposi.
EliminaCiao cara Caterina, buona giornata un abbraccio
enrico