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mercoledì 17 novembre 2010

Sirene

Sirene
Con il loro canto attiravano i marinai verso le loro isole e li facevano naufragare. Ulisse è l’unico ad aver ascoltato il loro canto ed essere sopravvissuto. Nelle storie degli Argonauti le sirene sono descritte come esseri con il viso di donna e il corpo di uccello, simili alle arpie. Nella tradizione europea, invece, sono raffigurate come splendide creature metà donna e metà pesce. Anche se si tratta di una creatura mitologica, non manca chi dice di averle incontrate. In Portogallo, è documentata la disputa tra la Corona e il Gran Maestro dell'ordine di San Giacomo in merito al diritto di proprietà sulle Sirene abbandonate dal mare sulle spiagge del Gran Maestro. La lite si concluse a favore del Re: " Sia sancito che le Sirene e gli altri mostri marini che saranno gettati dalle onde sulle spiagge del Gran Maestro entrino a far parte della proprietà del Re".
Nel 1910 il capitano John Smith avvistò una sirena vicino al porto di San John. Il capitano la descrisse come un essere dall'aspetto seducente, il viso di una splendida fanciulla, i capelli dai riflessi azzurri. Di sirene si parla anche nelle opere di Gessner, Rondeletius, Scaliger.

La sirena africana
Il giornale londinese "Daily Express" del 22 giugno 1921 in un articolo riguardante una sirena esposta a Bloomsbury, vicino a Londra, scriveva: Chiusa sotto una teca di vetro fa occhi da pesce a tutti i visitatori che vengono in pellegrinaggio a vederla. Il suo luogo d'origine è la costa occidentale africana, ma nessuno sa chi l'ha portata a Londra e quando. I due dottori che l'hanno esaminata non sono venuti a capo di niente. La figura, avvizzita come una mummia, è lunga 16 pollici circa, femminea nel busto e nelle proporzioni, e siede sulla sua coda, come tutte le sirene migliori. Il piccolo teschio mostra i suoi 25 denti ed è terribilmente grottesco.
La sirena di Barnum
Nell'agosto 1842 l'inglese Dr.J.Griffin arrivò a New York trasportando una piccola meraviglia, una vera sirena. Spiegò di averla acquistata in Sud America, vicino le isole Fiji, e di volerla esporre al Museo di Storia Naturale di Londra.
Visto l'interesse suscitato, la sirena fu esposta a New York per una settimana insieme ad altre creature strane che aveva raccolto.
Poiché la sirena aveva suscitato l’interesse di moltissime persone l'American Museum di New York, che era stato rilevato da P.T.Barnum, famosissimo ricercatore di stranezze, decise di acquisire la sirena che venne esposta per un'altro mese. Per attirare il maggior numero di persone, Barnum affisse manifesti, dove era presentata come una bella e giovane ragazza, mentre la creatura si presentava piuttosto come "l'incarnazione della bruttezza", come la descrisse un critico del tempo. Barnum mandò poi la sirena in giro per gli Stati Uniti, dove incontrò numerose critiche e accuse di truffa. Si scoprì che il sedicente Dr. Griffin era in verità un collaboratore di Barnum stesso, e che avrebbe avuto solamente la funzione di affermare l'autenticità del reperto. L'originale Sirena delle Fiji andò persa nell'incendio del Museo di Barnum nel 1860, ma una sua copia è in possesso dell'Harvard University, ed è esposta nel Peabody Museum of Archaeology and Ethnology

mercoledì 10 gennaio 2018

Sirena bicaudata.


Di solito le mitiche sirene hanno una coda di pesce, m’incuriosiva vedere in rete tante immagini raffiguranti una sirena con due code e ho fatto una mini ricerca per capire origini e significato.
Il critico d'arte, archeologo, filologo Payne Knight, cita numerose chiese romaniche irlandesi, francesi, italiane, in cui ci sono bassorilievi che riproducono figure femminili raffiguranti l’antica madre pagana dea della fertilità, che divarica le gambe e con le mani evidenzia i genitali stilizzati.
In una società pudica come quella medievale non erano accettabili queste raffigurazioni, da qui l’evoluzione. Le gambe divaricate si trasformarono nelle due code di una sirena e in questo modo si celò e si mimetizzò il simbolo sessuale della donna che però in periodo medioevale si ritrovava ancora nella Vesica Piscis detta anche Mandorla Mistica interpretabile non solo come elemento decorativo ma anche come simbolo della vita.

giovedì 3 febbraio 2011

Le sirene e la penisola Sorrentina


Le sirene e la penisola Sorrentina
La leggenda delle sirene è legata alla penisola Sorrentina. Dal nome di una sirena che vi sarebbe stata sepolta, Parthenope, derivava il nome di uno degli insediamenti commerciali fondati sulla costa dagli abitanti di Cuma. Il promontorio su cui sorse il centro, era già stato utilizzato come scalo marittimo e commerciale da popolazioni egee, dai Fenici e più tardi da navigatori rodii. I Cumani vi trovarono già un monumento funebre a Parthenope, poi l’insediamento conobbe una fase di declino attorno al 550 a.C.
Nel 470 a.C. nacque un secondo centro a poca distanza dal primo e fu chiamato Neapolis (città nuova), per distinguerlo dalla "città vecchia" (Paleopolis). Nella nuova città si stabilirono, oltre ad abitanti di Cuma e Ischia, Siracusani e forse, più tardi, coloni provenienti dall'Attica. In Campania, che i Greci chiamavano Opicia, anche dopo la conquista romana, la matrice greca fu evidente, sembra che a Neapolis si continuasse a parlare greco per molto tempo. Nell'antico centro della città è ancora oggi riscontrabile, la struttura di una città greca del V-IV secolo. Il Museo Nazionale di Napoli possiede una ricca raccolta di reperti che vanno dai più antichi di Pithekusa e Kyme, per giungere a quelli, scoperti dal 1700, di Pompei, Stabia ed Ercolano, che per molto tempo conservarono un'impronta tipicamente campana e i loro abitanti continuarono a prediligere manufatti d'impronta greca
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venerdì 10 febbraio 2023

Una leggenda anconetana.


La leggenda anconetana di Mitì
“Mitì era una bellissima ragazza che viveva in un paesino della costa anconetana. Era figlia di un  povero pescatore e la sua bellezza era accecante. La ragazza aveva i capelli di sole, gli occhi di cielo e la pelle di luna. La donna era desiderata da tutti i giovani del luogo e una notte sognò che il suo sposo sarebbe arrivato dal mare. Così tutti i giorni aspettava il suo promesso sposo cullata dalle onde. Quando il sole tramontava Mitì cantava e guardava il mare, in attesa di qualcuno che in sogno le aveva detto: “Vieni via con me, mia sposa!” Un giorno arrivò un ragazzo su una barca e Mitì gli corse incontro provando ad abbracciarlo piena di gioia: “Benvenuto mio sposo, se sapessi da quanto tempo ti attendo!” Ma il giovane era già promesso ad un’altra ragazza: “Ti sbagli fanciulla”, rispose il giovane  “Non sono venuto per te ma per Azzurrina, che sarà presto mia moglie.” Mitì infatti vide una ragazza che si avvicinava al giovane. I due si salutarono teneramente e Azzurrina salì sulla barca. Mitì era impietrita dal dolore. Quando i due partirono, la ragazza cominciò a nuotare seguendo la barca dei due amanti  cantando una canzone. Da quel giorno di Mitì non si seppe più nulla ma la leggenda narra che la ragazza si tramutò in una splendida sirena, i capelli di sole, gli occhi di cielo e la pelle di luna si trasformarono in capelli d’azzurro, occhi di fata e pelle di squame. Qualcuno assicura di aver udito tante volte una canzone melodiosa provenire dalle onde del mare.

venerdì 14 aprile 2023

Medusa Chirodectes maculatus

 Giornata del Mare 2023

La giornata canonica è l’undici aprile  ed è stata  istituita nel 2018 con il Decreto Legislativo 229/2017 per promuovere la tutela dell’ambiente marino. Quest’anno è stata spostata ad oggi per evitare le festività pasquali.


Al largo delle coste della Papua Nuova Guinea, un sub è riuscito a filmare una rara medusa, la Chirodectes maculatus. Scoperta per la prima volta nel 1997 è stata avvistata solo un paio di volte.
Grande come un pallone da calcio ha un'altezza massima dell'ombrella di circa 150 mm per una larghezza di 160 mm , ha il corpo traslucido ricoperto di macchie e con un organo rosso brillante che pulsa a ogni movimento in avanti. L'esombrella trasparente è straordinariamente decorata con macchie arrotondate marroni, disposte lungo linee più o meno regolari. La medusa ha una quindicina di tentacoli per pedalium  con delle bande colorate, bianche e viola in alternanza, lungo tutta la lunghezza. La pericolosità non è nota.

Le meduse sono antipaticissime ma per fortuna ci sono i delfini  gran simpaticoni.
Poi spero sempre d'incontrare prima o poi una Sirena come questa 😂