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domenica 23 gennaio 2011

La storia del Santo Graal - Il Calice dell'Ultima Cena -


La storia del Santo Graal
Una delle innumerevoli versioni

Durante l'Ultima Cena Gesù prese il pane, lo spezzò e disse: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”. Poi alzò il calice e disse: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza versato per tutti in remissione dei peccati”. Il giorno dopo, Venerdì di Passione, Gesù fu crocefisso. Quando fu deposto dalla croce uno dei suoi discepoli, Giuseppe d'Arimatea, lo avvolse in un lenzuolo e lo portò nella tomba di famiglia che era stata terminata da poco. Mentre lavavano il corpo di Gesù e lo preparavano per la sepoltura, alcune gocce di sangue uscirono dalla ferita infertagli dal centurione e Giuseppe raccolse il sangue nella stessa coppa che era servita per la consacrazione dell'Ultima Cena. Quando d’Arimatea lasciò la Palestina e si rifugiò in Bretagna, portò con sé il Santo Graal. Per cinque secoli, il calice restò in Bretagna affidato ai sacerdoti della chiesa Aquae Sulis. Nel VI secolo a causa dell'avanzata di eserciti pagani si decise di trasportarlo in un luogo più sicuro. Un sacerdote s’incaricò di portarlo a Roma dal Papa, ma quando arrivò all'Isola Comacina (provincia di Como), a causa dell'invasione dei Longobardi, fu costretto a fermarsi. Al Santo Graal fu dato il merito della resistenza riuscita contro i Longobardi, e sull’isola fu costruita una chiesa in suo onore. In un secondo tempo decisero di nascondere il calice in un luogo sicuro e lo occultarono in un pozzo in una zona imprecisata della Val Codera (provincia di Sondrio), da dove si persero le sue tracce.

isola Comacina

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