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martedì 5 ottobre 2010

Noi, i veri extraterrestri...


Noi, i veri extraterrestri...
Quelle che ci accingiamo a leggere sono solo ipotesi, ma potrebbero essere anche il frutto di ricordi rimasti nel nostro DNA e che di tanto in tanto riaffiorano.
Iniziamo con il racconto...
Tanto tanto tempo fa, parliamo di circa 23.000 anni, quando sulla terra c'erano esseri somiglianti più a scimmioni che a uomini, si è verificata una cosa straordinaria, sono comparsi "esemplari" un po' più alti e senza quelle sembianze che caratterizzavano la specie esistente: una nuova specie che non si è mescolata con la precedente, forse per un motivo origine genetica.
La nuova razza, che soppiantò quella degli ominidi facendoli estinguere, e comparsa come dal niente sulla nostra Terra, aveva tecnologie decisamente diverse da quelle usate dagli ominidi e, per aspetto, somigliava alla razza umana oggi esistente.
Ma cosa era successo? Perché era comparsa questa nuova forma di vita?
Torniamo indietro di qualche anno ancora, ma non fermiamoci sulla Terra, andiamo qualche milione di chilometri più lontano, su un pianeta che oggi chiamiamo Marte.
Su questo pianeta, esisteva una civiltà molto avanzata rispetto a quella dello stesso periodo esistente sulla Terra, molto più avanzata tecnologicamente alla nostra civiltà di oggi. Erano di aspetto umano, comunicavano tra loro anche a distanza e si spostavano per grandi spazi. Erano, infatti, in grado di volare e non solo sul loro stesso pianeta ma anche su altri. Sicuramente qualche viaggio in tempi molto remoti lo devono aver fatto anche sulla Terra.
Su Marte, in quei tempi, si viveva bene non mancava niente a nessuno; regnavano la felicità e la sicurezza del futuro... Purtroppo si sbagliavano ad essere così sicuri. La loro stessa specie che, a suo tempo, aveva colonizzato la superficie del pianeta Maldek - subito dopo Marte in direzione esterna al sistema solare -entrò in lotta con la comunità di Marte per motivi di tipo commerciale, esattamente come oggi si fa una guerra per impossessarsi delle risorse di quel paese.
A quel punto, le armi, che non erano mai state usate e che erano una precauzione nei confronti di terzi, vennero puntate tra i due pianeti.
Certo non avevano fucili, cannoni o razzi, avevano armi molto evolute che sparavano raggi luminosi o fasci di energia. Questa energia era scaturita da cristalli particolari che loro avevano posto alla sommità di quelle costruzioni che erano a forma di piramide e che sorgevano in gran numero.
Con l'andare del tempo le cose peggiorarono e tra quei due pianeti ricchi di risorse scoppiò la Guerra. Fu un vero cataclisma, il pianeta principale era il più forte e Maldek, che era solo una colonia, capitolò sotto i colpi di Marte, ma in maniera talmente drastica che si sbriciolò letteralmente...
Quelle "briciole" però, nessuno aveva calcolato avrebbero portato alla distruzione di Marte stesso; molte di esse cominciarono a piovere inesorabilmente sulla sua superficie. La pioggia continua di quegli enormi meteoriti tolse loro l'atmosfera facendola dapprima surriscaldare e facendo poi evaporare tutta l'acqua.
Gli abitanti di Marte cercarono la fuga, ma non fecero neppure in tempo a raccogliere le loro cose. Qualcuno riuscì ad entrare nel proprio veicolo volante e ancor meno di loro riuscirono, durante il decollo, ad evitare quella pioggia di massi che distrusse tutto.
Solo poche decine di quelle navi spaziali uscirono dall'orbita di quell'inferno e presero la direzione di quel pianeta perlustrato qualche anno prima, che poteva dare loro una dimora.
Quando le navi arrivarono sulla Terra erano ormai quasi prive di quell'energia che poteva farle volare. Entrando nella nostra atmosfera ciascuna di loro prese una direzione diversa pensando, erroneamente, di potersi un giorno ricongiungere tra loro.
Speravano di trovare su questo pianeta l'energia di cui avevano bisogno. Purtroppo anche se l'energia c'era, non era sufficiente a farli levare nuovamente in volo.
Ognuno di quei gruppi si stabilizzò nella zona in cui era arrivato. In breve tempo si esaurirono anche le scorte di sopravvivenza e dovettero quindi fare i conti anche con la fame, imparando così a sopravvivere con i soli mezzi che il "Nuovo Mondo" poteva offrire loro. Dovettero costruirsi abitazioni, attrezzature e tutto quello di cui avevano bisogno. 
Ciascuno di quei gruppi si organizzò per costruire anche dei grandi Templi dedicati ai Superiori da loro adorati. Elevarono così quelle costruzioni che erano a loro conosciute, chiamate "Piramidi". Solo il gruppo che arrivò in quel territorio che poi avrebbe preso il nome di Egitto edificò le piramidi in maniera fedele agli originali del loro pianeta e predispose quella centrale per la collocazione del Cristallo per le trasmissioni e la difesa. Ma quel cristallo non poterono mai collocarlo perché non poterono mai averne uno a disposizione...
Avendo così perso il potere delle comunicazioni tecnologiche da grandi distanze, ciascuno di quei gruppi si organizzò in modo differente. Il gruppo arrivato in quella che poi sarebbe stata l'America Centrale si preoccupò di far sapere ad altri - che avrebbero potuto ancora arrivare dal cielo - che loro si erano stabiliti esattamente lì. Disegnarono così segnali al suolo che si potessero vedere da grandi altezze e li disegnarono con ampiezze di chilometri, tanto che a Nazca la pianura è tutta occupata da quei messaggi.
Tutti i gruppi, e non solo quello di Nazca, quando costruirono le loro Piramidi, lo fecero usando l'accortezza che comunque, quando "qualcuno" fosse arrivato dal cielo avrebbe potuto individuare chi stava al suolo dalla disposizione delle costruzioni a forma di costellazione, come Orione a Giza, o il Drago in Asia.
La loro storia continuò fino ai giorni nostri. Quei nuovi uomini persero quasi tutte le loro tecnologie e ne rimase traccia solo nei ricordi, anche se tramandati oralmente o con manoscritti che andarono poi quasi completamente perduti.
Ancora oggi si possono vedere gli effetti di quella terribile guerra che distrusse Marte e sbriciolò Maldek in tantissimi asteroidi e altri frammenti minori che sfuggendo alla loro orbita originale caddero anche sulla Terra. Qualche "sassolino" ancora oggi lo si trova tra i ghiacci della Calotta del Polo Nord, gli scienziati ne attribuiscono l'origine a Marte, ma in realtà possono essere piccoli frammenti di Maldek.
A conclusione di questo mio fantasioso racconto ricordo che prove di una Civiltà che si è distrutta ci provengono dalle foto scattate sulla superficie di Marte dalle varie sonde che vi sono arrivate: piramidi, costruzioni, obelischi, velivoli, fonti luminose che ancor oggi fuoriescono dal terreno, la famosa faccia che si conosce da quasi trent'anni...
Mi dichiaro decisamente convinto che la nostra civiltà è sicuramente discendente da altre civiltà arrivate, per qualche oscuro motivo, da altri pianeti, contrastando quello che molti scienziati continuano insistentemente e testardamente ad asserire: che noi uomini e tutto il resto, siamo il frutto di alcune combinazioni chimico-biologiche del tutto casuali.
Pensiamoci bene: esiste veramente qualcosa a questo mondo di veramente casuale? 

Franco Chendi

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