Violenza sulle donne
Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU nel 1999. La giornata mondiale contro i maltrattamenti sulle donne è un'occasione di riflessione per l'Italia, che purtroppo conta ogni anno moltissime vittime in violenze di questo tipo, i casi sono stati 119 di cui 29 in Lombardia quest’anno. La violenza sulle donne è un problema grave di fronte al quale occorre reagire con forza. Secondo gli esperti non sono la gelosia o la disperazione che spingono un uomo ad alzare le mani, a perseguitare e in certi casi ad uccidere la donna che ha deciso di chiudere una relazione, è un desiderio di prevaricazione, di rivalsa, nel nome di una presunta superiorità. Un sondaggio informa che quasi la metà delle donne italiane ha paura di subire aggressioni e che oltre tre milioni hanno cambiato le proprie abitudini perché non si sentivano al sicuro. Sono scioccanti le cifre che si leggono in un rapporto presentato dal Consiglio d'Europa:
"Uccide più donne la violenza subita dal partner che non il cancro, gli incidenti stradali o le guerre. La violenza familiare è, infatti, la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni. Le statistiche parlano di uno stupro ogni quattro minuti negli Stati Uniti e di un omicidio ogni dieci giorni in Svezia”.
In particolare, si evidenzia come le prevaricazioni domestiche colpiscano una donna su sei nel mondo, sono 200 milioni ogni anno quelle che muoiono a causa dei maltrattamenti subiti, che non avvengono solo in situazioni sociali disagiate, ma si alimentano nella quotidianità e come tali sono difficili da scardinare. C’è poi la pratica dell’infibulazione: Sono 120 milioni nel mondo, 500 mila in Europa, 38 mila in Italia le donne che hanno subito mutilazioni genitali. E circa tre milioni di bambine nel mondo (mille solo in Italia) rischiano di essere sottoposte a questa pratica.
Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU nel 1999. La giornata mondiale contro i maltrattamenti sulle donne è un'occasione di riflessione per l'Italia, che purtroppo conta ogni anno moltissime vittime in violenze di questo tipo, i casi sono stati 119 di cui 29 in Lombardia quest’anno. La violenza sulle donne è un problema grave di fronte al quale occorre reagire con forza. Secondo gli esperti non sono la gelosia o la disperazione che spingono un uomo ad alzare le mani, a perseguitare e in certi casi ad uccidere la donna che ha deciso di chiudere una relazione, è un desiderio di prevaricazione, di rivalsa, nel nome di una presunta superiorità. Un sondaggio informa che quasi la metà delle donne italiane ha paura di subire aggressioni e che oltre tre milioni hanno cambiato le proprie abitudini perché non si sentivano al sicuro. Sono scioccanti le cifre che si leggono in un rapporto presentato dal Consiglio d'Europa:
"Uccide più donne la violenza subita dal partner che non il cancro, gli incidenti stradali o le guerre. La violenza familiare è, infatti, la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni. Le statistiche parlano di uno stupro ogni quattro minuti negli Stati Uniti e di un omicidio ogni dieci giorni in Svezia”.
In particolare, si evidenzia come le prevaricazioni domestiche colpiscano una donna su sei nel mondo, sono 200 milioni ogni anno quelle che muoiono a causa dei maltrattamenti subiti, che non avvengono solo in situazioni sociali disagiate, ma si alimentano nella quotidianità e come tali sono difficili da scardinare. C’è poi la pratica dell’infibulazione: Sono 120 milioni nel mondo, 500 mila in Europa, 38 mila in Italia le donne che hanno subito mutilazioni genitali. E circa tre milioni di bambine nel mondo (mille solo in Italia) rischiano di essere sottoposte a questa pratica.
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Una Donna alla fermata
La paura alcune donne se la portano dentro tutta la vita, da quando sono piccoline e danno sempre la mano alla mamma o al papa'.
Alcune donne non sanno cosa significa avere paura,sono quelle che una volta venivano chiamate "i maschiacci", come se tutti i maschi fossero coraggiosi.
Alcune donne non sanno cosa significa avere paura,sono quelle che una volta venivano chiamate "i maschiacci", come se tutti i maschi fossero coraggiosi.
Cerco di capire cos'è il coraggio.
Una volta il coraggio per una donna poteva essere affrontare da sola le fatiche famigliari.
Quasi tutte avevano figli e tanti figli, mal che andasse alle zitelle lasciavano genitori anziani e ammalati e parenti non sposati.
Quasi tutte avevano figli e tanti figli, mal che andasse alle zitelle lasciavano genitori anziani e ammalati e parenti non sposati.
Una volta era coraggio per una donna abbandonare la famiglia per amore, andare al lavoro fuori casa perchè poche lo facevano, affrontare un parto, trovare sempre un rimedio, aspettare la fine di una guerra.
Oggi la donna vive quasi tutta la sua giornata, fuori. Fuori da quella casa che la protegge e la distrugge, quella casa che paga pulisce e ritorna come prima, sporca- da rassettare- vuota come il frigofero, che niente è vero, la casa non è così sporca e c'è da mangiare.
Donne vengono da lontano a pulire le case delle altre donne a rassettare le loro proli e il compagno dell'altra.
Donne vengono da lontano a pulire le case delle altre donne a rassettare le loro proli e il compagno dell'altra.
Le trovi a volte sorridenti e chiacchierone, raccontarsi in tutte le lingue del mondo la loro giornata.
Le trovi poi a una fermata di pullman,di autobus, di metro a una periferia di città, disastrata come tutte le periferie di città ed ecco allora le donne, quelle che mi paiono avere un grande coraggio, immerse nel silenzio, in un respiro corto e trattenuto perchè chi si avvicina è nemico.
Quelle che riescono ad arrivare a casa, qualunque sia la loro casa, la loro età, il loro colore di pelle, aspettano tempi infiniti, sole, bene a distanza uno dall'altra.
Sono quelle che riescono a dire, anche stavolta ce l'ho fatta...le coraggiose che sono tornate dalla guerra quotidiana,che non si sono perse d'animo e non hanno perso l'anima, coraggiosamente hanno tenuta stretta la borsa ....e la vita.
Le trovi poi a una fermata di pullman,di autobus, di metro a una periferia di città, disastrata come tutte le periferie di città ed ecco allora le donne, quelle che mi paiono avere un grande coraggio, immerse nel silenzio, in un respiro corto e trattenuto perchè chi si avvicina è nemico.
Quelle che riescono ad arrivare a casa, qualunque sia la loro casa, la loro età, il loro colore di pelle, aspettano tempi infiniti, sole, bene a distanza uno dall'altra.
Sono quelle che riescono a dire, anche stavolta ce l'ho fatta...le coraggiose che sono tornate dalla guerra quotidiana,che non si sono perse d'animo e non hanno perso l'anima, coraggiosamente hanno tenuta stretta la borsa ....e la vita.
Per tornare a casa.
"Quando arrivi, fammi un segnale"
Doriana Goracci
1.11.2007
1.11.2007
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