Il filo del destino
Una leggenda orientale sostiene che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci unisce alla nostra anima gemella, alla persona a cui siamo destinati.
Non importa la distanza o il tempo che dovrà trascorrere, le due anime predestinate, prima o poi si incontreranno perché il legame è indissolubile.
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Wei cercava da molto una donna con la quale creare una famiglia. Una sera giunse in una città di nome Song, dove trovò alloggio in una piccola locanda. Durante il soggiorno incontrò uno sconosciuto al quale, chiacchierando, espose le proprie difficoltà nel trovare una moglie. Lo sconosciuto gli disse che per lui ci sarebbe voluto la figlia del governatore che lui conosceva, e lo avrebbe presentato. L’indomani all’alba, Wei vide seduto sui gradini del tempio vicino alla locanda, un vecchio intento a leggere un libro. Incuriosito scese e quando fu vicino dette un’occhiata alle pagine ma si accorse di non poterne leggere neppure una parola, allora chiese che lingua fosse. Prima di rispondere il vecchio si guardò attorno, quindi disse: “Ti sei alzato molto presto, di solito non c’ è in giro nessuno, tranne quelli come me. Noi dell’Aldilà, incaricati di occuparci delle faccende umane, dobbiamo girare tra gli uomini, e spesso lo facciamo all’alba.
“Se tu vieni da un altro mondo, che ci fai qua? Di che ti occupi?” chiese Wei.
“Dei matrimoni” replicò l’altro.
Allora Wei gli raccontò la sua storia “Sono solo al mondo fino dall’infanzia, e da molto tempo avrei voluto sposarmi e avere una famiglia. Per dieci anni ho cercato invano una moglie. Adesso spero di sposare la figlia del governatore. Dimmi, si realizzerà la mia speranza?”
Il vecchio guardò il libro e rispose: “No, non è la persona a te destinata. In questo momento quella che sarà tua moglie ha solo tre anni, e dovrai aspettare quattordici anni prima di incontrarla e sposarla”.
“Posso vederla?” chiese Wei
Il vecchio disse che la futura sposa non viveva lontana da lì, e che era la figlia della vecchia Chen, che aveva un banco sul mercato.
“Se davvero lo desideri, te la mostrerò, ma ricordati che il tuo futuro non cambierà.”
Wei tutto eccitato seguì il vecchio al mercato, dietro la bancarella di frutta e verdura c’era una povera vecchia cieca da un occhio, con una piccina al collo di circa tre anni, tutte e due vestivano di stracci.
“Ecco tua moglie”, disse il vecchio indicando la bimba, “Lei porterà ricchezze, onori e rispetto alla tua famiglia. Ricordati che qualsiasi cosa tu faccia, non puoi cambiare il destino”. Così dicendo il vecchio sparì.
Profondamente deluso e incollerito Wei lasciò il mercato deciso ad uccidere la bambina per essere sicuro di poter scegliere lui chi sposare. Mandò quindi un suo servitore ad accoltellarla e quando quello tornò, gli chiese: “Ci sei riuscito?”
“Si! Io ho cercato di colpirla al cuore, ma invece l’ho colpita tra gli occhi”.
Wei si tranquillizzò, ora era libero di sposare chi voleva, continuò la sua solita vita, e col tempo si scordò dell’intera faccenda. Passarono quattordici anni senza che riuscisse a trovare una sposa. A quell’epoca lavorava in una località chiamata Shiangzhou, e le cose gli andavano molto bene, tanto che il suo superiore, il governatore locale, gli offrì in moglie la propria figlia diciassettenne. Finalmente Wei aveva una moglie bella e di ottima famiglia. Wei notò che la ragazza teneva sempre la fronte velata per celare una cicatrice e le chiese come se l’era procurata.
Lei gli raccontò:
“Non sono la figlia del governatore di Shiangzhou, bensì sua nipote. Un tempo mio padre era il governatore di una città di nome Song. Ero ancora piccola quando morirono mio padre, mia madre e mio fratello. Allora la mia governante, la signora Chen, ebbe pietà di me e mi prese con sé. Avevo tre anni quando un pazzo mi accoltellò. Circa sette od otto anni fa, mio zio ritornò dal Sud e mi prese con sé, per poi maritarmi come se fossi stata sua figlia”.
“La signora Chen era per caso cieca da un occhio?” chiese Wei.
E la moglie stupita: “Sì, ma come lo sai?”
Wei raccontò l’intera storia alla moglie, e adesso che entrambi sapevano tutta la verità, si amarono più di prima. Più tardi nacque loro un figlio che divenne un alto funzionario, e godettero di una vecchiaia felice.
Ora Wei sapeva che quel vecchietto del tempio aveva ragione.
Sino dalla nascita siamo destinati a qualcuno, niente e nessuno può rompere il filo del destino.
Che bella storia...la moglie è stata comprensiva...
RispondiEliminaAmore predestinato?
Ho i miei dubbi...
Caro Enri, potrei avere la tua e-mail?
Abbraccio.
La moglie è stata più che comprensiva! Lui aveva cercato di farla uccidere... ma le leggende drammatizzano sempre per esaltare il finale.
EliminaCiao Gianna buona giornata, un abbraccio
enrico.
Ciao Enrico sai mia mamma mi diceva sempre
RispondiElimina(el pan destina a ti no i te lo magna nessun)
aveva ancora ragione lei
I nostri vecchi la sapevano lunga ma non conoscevano i nostri politici, che te magna el pan e te fa pagar anco a Nutella. :-))
EliminaCiao Tiziano buona giornata
enrico
Enrico, sono completamente d'accordo con Tiziano e condivido il detto. Pensa che io, dopo un divorzio, credevo che non avrei più trovato qualcuno con cui vivere. Poi, un giorno che andavo a mangiare in una paninoteca di Venezia, ho visto un filo rosso che partiva dal mio dito e si collegava al dito di una francesina che passava per caso. Siamo insieme da 23 anni e penso che continuerà fino alla fine.
RispondiEliminaBel post, come i precedenti, del resto, e buona serata.
La tua storia personale sarebbe stata lo spunto ideale per questo racconto/leggenda. Ci sono tutti gli ingredienti: il destino, l'amore, il lieto fine.
EliminaCiao Elio buona giornata.
enrico
Molto bella la storia Enrico, ma io non so se sarei stata comprensiva come quella donna verso quell'uomo che voleva uccidermi, e non credo proprio mi sarebbe piaciuto sposare un assassino... ma questa è solo una leggenda...
RispondiEliminaUn abbraccio Enrico, buona serata
Se leggiamo la leggenda in modo logico, l'epilogo è assurdo. Un uomo maturo che sposa una minorenne che aveva tentato di fare uccidere. Ma a quei tempi non potevano andare in TV a sparare cavolate e per romanzare le storie inventavano le leggende :-)
EliminaBuona giornata Betty, un abbraccio
enrico
Mi sembra estremamente logica questa storia, ognuno deve incontrare qualcuno, volente o nolente.
RispondiEliminaIl vecchio però, no aveva raccontato il seguito della storia.
Cristiana
La storia secondo la quale due anime predestinate, prima o poi si incontreranno è molto romantica e qualche volta fa sperare in un futuro migliore. Buona giornata Cristiana, un abbraccio
Eliminabella leggenda,il destino? io ci credo.Il filo rosso che mi tiene da tanti anni legata a mio marito,....gioco forza è diventato un cordone(per non rompersi con la trazione)
RispondiEliminaGraziella
Se il filo con il trascorrere degli anni, invece di assottigliarsi si è irrobustito significa che nonostante gli alti e basi di coppia, tiene unite due persone predestinate.
RispondiEliminaCiao Gabe buona giornata, un abbraccio
enrico
Non credo al destino, ma questa storia é molto intensa!
RispondiEliminaLe leggende nascono sempre dalla fantasia popolare, se non fossero intense avrebbero via breve :-)
RispondiEliminaCiao Adriano buon fine settimana
enrico