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Santa Savina di nobili origini nacque probabilmente a Milano tra il 260 e il 267. Rimasta vedova ancora giovane essendo una fervente cristiana, trascorse buona parte della sua vita dedicandosi a opere caritatevoli. Con Diocleziano imperatore dal 284 al 305, i cristiani furono perseguitati e molti furono uccisi; fra questi si ricordano Felice e Nabore, due soldati di fede cristiana che per questo motivo furono arrestati, torturati ed infine decapitati a Lodi vecchio. I loro corpi furono trafugati da santa Savina, che li tumulò nel suo giardino e li tenne nascosti per molti anni fino a quando, finito il regno di Diocleziano, il vescovo di Milano decise di recuperare i corpi di tutti i Cristiani per dare loro degna sepoltura. Secondo la tradizione, Savina venuta a conoscenza del fatto decise di traslare le reliquie dei martiri da Lodi a Milano, nascondendoli in una botte. Alle guardie delle porte di Milano, per poter passare senza problemi, santa Savina disse che trasportava miele da vendere al mercato. Le guardie non le credettero, ma quando controllarono il contenuto della botte trovarono effettivamente del miele, così santa Sabina poté passare e i due martiri ebbero una degna sepoltura. In seguito, per ricordare questo avvenimento, quel luogo cambiò nome da villaggio del grano a Melegnano ("mel" latino e forma dialettale = miele).
Nel 1798, le reliquie di santa Savina e dei santi martiri Nabore e Felice furono traslate nella basilica di S. Ambrogio, dove le spoglie di Savina sono ancora conservate sopra l'altare dell'omonima cappella, ricostruita nel 1868. I resti dei due martiri dopo rocambolesche vicende, per volere del cardinale Montini futuro papa Paolo VI, sono tornati con solenni onoranze a Lodi Vecchio.
Non voglio essere blasfemo ma mi sarebbe piaciuto vedere la faccia delle guardie quando hanno visto una BOTTE piena di miele! Evidentemente una botte piena di vino non bastava … i santi volevano stupire con effetti speciali. :-)
Caro amico Enrico, abbi un buon weekend e un sereno 2à Avvento con amicizia Pif♥
RispondiEliminaCiao cara amica Pif, un sereno fine settimana, ti abbraccio.
Eliminaenrico
Oggi si festeggia da noi ... anche a te un buon San Nicolò ... http://rebeccaantolini.wordpress.com/2014/12/06/san-nicola-sankt-nikolaus/ ;-)
EliminaBuon san Nicolò cara Pif.
EliminaMi hai fatto venire la voglia di riproporre un post su questo argomento.:-)
Interessante cara Enrico, io ignoravo la sua esistenza! È bello qui da te sempre da imparare.
RispondiEliminaCaio e buon fine settimana caro amico.
Tomaso
Caro Tomaso i miei post possono al massimo stimolare qualche curiosità che poi forse potrebbero essere uno stimolo per un approfondimento.
EliminaBuon fine settimana
enrico
Forse non sarebbe bastata, ma l'avrebbero sicuramente "sequestrata"!
RispondiEliminaEcco perché i santi non l'hanno tramutata in piena di vino. ;-)
Ciao Enrico.
Buon fine settimana
Forse il vino se lo sarebbero veramente scolato i militi. Però dobbiamo ammettere che per riempire di miele un barile, l’alveare doveva essere grande almeno quanto un “Pirellone” ante litteram. :-)
EliminaBuon fine settimana Pino
enrico
Una leggenda che non conoscevo.
RispondiEliminaTi auguro una buona serata.
Molto probabilmente alla base di tutte le leggende c’è un fatto reale che poi la fantasia popolare ha ingigantito e spettacolarizzato.
EliminaBuon fine settimana Vincenzo
enrico
Mi è piaciuta la storia , ma ancora di più, la tua conclusione :-) Sei simpaticissimo, Enrico!
RispondiEliminaBuona fine settimana,
Cristina
Va bene che è una storia tramandata ma una santa donna che dice alle guardie di avere sul carretto una botte di miele e sottolineo una grande botte poiché poteva contenere due cadaveri, mi sembra decisamente poco credibile.
EliminaCiao Cristina buon fine settimana
enrico
Grazie Enrico,
RispondiEliminanon conoscevo questa storia.
Il miele non lo amo molto, ma il vino sì.
A quei tempi addirittura credo fosse sublime. Sicuramente non avrebbe raggiunto neanche l'entrata. È un genio il nostro Dio.
Baci.
Non so quanto miele si possa ricavare da un alveare ma per riempire una grossa botte penso ci sarebbe voluta la produzione di tutta la regione … ma forse lo scopo era proprio instillare il dubbio. :-)
RispondiEliminaBuon fine settimana Pia un abbraccio.
enrico
una storia interessante in effetti una botte piena di miele non era cosa tanto comune nemmeno allora
RispondiEliminaSono abituato a vedere il miele in vasetti e non riesco ad immaginare una donna che va al mercato a vendere il suo miele che trasporta in una grossa botte :-)
EliminaBuona domenica Carmine
enrico