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venerdì 5 aprile 2019

L'Aquila dieci anni dopo il terremoto


L'Aquila: il terremoto < qui il mio vecchio post



Centro città : in verde gli interventi conclusi, in rosso quelli da fare, in giallo i cantieri aperti

Soldi spesi


Si disse: “Ci vorranno 10 anni perché L’Aquila torni a volare”. Ma non è andata così. Secondo l'attuale sindaco Pierluigi Biondi ci vorranno ancora dieci anni.

Corriere della Sera del 2 aprile 2019 | 21:00
Il centro e la periferia    
A girare si scopre che dopo le follie burocratiche, le lentezze, le truffe, la mancata tutela del paesaggio, la periferia è tornata più o meno in piedi. Ma il centro no. Mancano ancora i luoghi pubblici simbolo di ogni città: il Municipio, il Duomo, le scuole. Nemmeno quella più amata dai ragazzi, per la quale erano stati raccolti i fondi nel concertone di Fiorella Mannoia e Gianna Nannini è mai andata oltre costosissimi puntellamenti. Gli unici in piedi sono quelli finanziati da privati: come la Basilica di Colle Maggio, cui vennero destinati i fondi che l’Eni voleva dedicare a un centro di ricerca, modo per ridare lavoro e speranza a chi aveva scelto di venire all’Aquila per la sua Università di eccellenza, vero fulcro dell’economia locale.
Quanto ci vorrà ancora?
I commercianti che hanno riaperto, oltre all’assenza degli studenti, solo in parte tornati nell’Ateneo, pagano, tra polvere e gru, il prezzo di una mancata programmazione per blocchi dei cantieri. E reclamano investimenti almeno sulla viabilità: il collegamento veloce con Roma non è mai arrivato. Il sindaco Pierluigi Biondi, da un anno e mezzo alla guida della città, dopo due mandati di Massimo Cialente, auspica una «narrazione positiva», invita a riflettere sul fatto che la distruzione è stata totale, ma assicura che in atto c’è «il più grande progetto di rigenerazione urbana». Ma quanto ci vorrà ancora? Lui prevede: «Dieci anni»

14 commenti:

  1. È davvero uno specchio triste della nostra Italia.
    Solidarietà agli Aquilani. 🖤

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    1. Quando ci sono delle calamità, la solidarietà dei cittadini è concreta e immediata, mentre gli interventi istituzionali sono rallentati dalla burocrazia e dalla corruzione.
      Buon weekend cara Claudia, un abbraccio
      enrico

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  2. Caro Enrico, all'adunata degli alpini a Aquila, ho potuto costatare la desolazione che ancora esiste!!!
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Caro Tomaso terremoti, alluvioni, frane … sono impressionanti visti in TV, io immagino che visti sul luogo siano sempre sconvolgenti.
      Buon weekend, un abbraccio
      enrico

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  3. Una tragedia mai finita. Buona giornata.
    sinforosa

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    1. Per riparare qualsiasi evento catastrofico nel nostro Paese ci vogliono anni, anche se si trattasse di una semplice frana che blocca una strada.
      Buon weekend cara Sinforosa, un abbraccio
      enrico

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  4. Certo era difficile per amore del cielo riqualificare tutta l'area tuttavia ancora dieci anni per tornare alla normalità c'è il rischio della mancanza di memoria storica di una generazione della città, gran bel post

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    1. I tempi biblici delle ricostruzioni nel nostro Paese sono cosa nota. Ipotizzare altri dieci anni per finire la ricostruzione significa ammettere un fallimento.
      Buon weekend Carmine.
      enrico

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  5. Mi viene da pensare che, nonostante siamo almeno un'era geologica avanti, sono più o meno gli stessi tempi che ci vollero perché l'Irpinia tornasse a vivere. Insomma, non cambia mai un c....

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    1. Finita la guerra per ricostruire le città distrutte non hanno impiegato decenni. A Milano con le macerie, dopo aver riempito le cave abbandonate della periferia, hanno costruito la “Montagnetta di San Siro”.
      Ora a ogni evento catastrofico vediamo politici che “passeggiano” sul luogo dei disastri, tanti bla bla bla … e poi aspetta e spera!
      Buon weekend cara Mirtillo, un abbraccio
      enrico

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  6. Ci sono stata due anni e mezzo fa ed è stato impressionante. Era una domenica di tarda mattina, quindi i cantieri erano fermi, era tutto gran silenzio e gru e immense impalcature (mica casupole da ristrutturare ma maestosi edifici storici!) e pannelli... nessuno per le vie... veniva da star male ma abbiamo continuato a girovagare e... per fortuna! Nella zona più centrale siamo riusciti a fare uno spuntino e non sapevamo che nel frattempo la gente si era radunata nella zona del castello (una grande e bella area dove venivano organizzati intrattenimenti vari) e iniziava da lì a fare le tipiche passeggiate, il tipico viavai del week end per le vie del centro storico. Tra gru e impalcature e pannelli ma quel viavai ci ha fatto sentire la vita aquilana che un'ora prima ci sembrava persa!
    Certo però ci siamo chiesti per quanto la speranza possa rimanere accesa, c'era ancora talmente tanto da fare... spero che in città come altrove le persone non mollino e facciano tutto quello che possono, perchè sono luoghi meravigliosi, che meritano di essere ancora vivibili e da mostrare con orgoglio ai turisti.

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    1. Cara Anna ti ringrazio per questo tuo bell’intervento che documenta un’esperienza vissuta in loco.
      Tutti gli italiani sperano che L’Aquila torni ai suoi splendori ma ci sono stati troppi sprechi nella ricostruzione. Io immagino (non ho dati in proposito) che noleggiare per dieci anni un’impalcatura per mettere in sicurezza un edificio finirà per costare come ricostruirlo.
      Buona domenica, un abbraccio
      enrico

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  7. Le promesse di chi ci governa sono sempre le stesse, inaffidabili.
    Un grande abbraccio a tutti i terremotati.

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  8. Triste e tragica realtà. A ogni catastrofe sentiamo le solite frasi di circostanza, poi comincia il rimpallo delle responsabilità per la scelta degli interventi da fare, burocrazia, corruzione ... e gli anni passano.
    Ciao cara Sciarada, buona giornata, un abbraccio
    enrico

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