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venerdì 8 gennaio 2021

Sacrario dei Caduti Milanesi




Sacrario dei Caduti Milanesi o Tempio della vittoria costruito in marmo bianco delimitato da un recinto di pietra nera, sorge su un impianto ottagonale nel centro di Milano in largo Agostino Gemelli, vicino alla Basilica di Sant’Ambrogio. Il monumento progettato dall'architetto Giovanni Muzio con la collaborazione di Alberto Alpago Novello, Tomaso Buzzi, Ottavio Cabiati e Gio Ponti fu inaugurato il 4 novembre 1928 in occasione primo decennale fine della Prima guerra mondiale e della vittoria contro gli Austriaci, evento da cui deriva il nome “Tempio della Vittoria”
Il Sacrario, che si sviluppa su tre piani sotterranei, contiene diecimila nomi di Caduti e un ossario. La grande statua di bronzo opera di Adolfo Wildt posta all’ingresso del mausoleo raffigura Sant’Ambrogio che calpesta i sette vizi capitali. Gli otto lati della costruzione sono orientati in direzione delle otto porte di Milano e simboleggiano le vie attraverso le quali i soldati lasciarono la città per unirsi alle truppe italiane.

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10 commenti:

  1. Caro Enrico, molto ma molto interessante, questa sacrario...
    Ciao e buona serata con un forte forte abbraccio.
    Tomaso

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    1. Ciao caro Tomaso, grazie per il commento.
      Buon fine settimana, un abbraccio
      enrico.

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  2. Sono stata piùvolte a S. Ambrogio , in metrò, ma questo luogo non lo ricordo, forse non ci sono mai passata. Interessante ! Saluti.

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    1. Cara Mirtillo uscendo dalla Metro la basilica la vedi subito, questo monumento è vicinissimo ma un po’ defilato, da certe angolature si nota la parte superiore del monumento.
      Buon weekend, un abbraccio
      enrico

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  3. Interessante,bella architettura!Saluti

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    1. Ciao cara Olga, buon weekend, un abbraccio
      enrico

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    2. come mai milano? io sono stata trattata male lì solo per il mio accento romano!

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    3. Comunque interessante e anche tanto 😑

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  4. interessante. Non conoscevo questo luogo.

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  5. Sono molti i luoghi poco noti di Milano.
    Ciao Robby, buona giornata, un abbraccio
    enrico

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