Milano ha dedicato a Cristina Trivulzio di Belgiojoso, una statua realizzata dallo scultore Giuseppe Bergomi, che si è ispirato al ritratto fatto da Hayez, l’opera è stata collocata in piazza Belgioioso. (settembre 2021)
Cristina Trivulzio di Belgiojoso, della quale quest'anno ricorrono i 150 anni dalla morte, fu famosa in tutta Europa per il suo impegno a favore dell'Unità d'Italia. Intellettuale e protagonista del Risorgimento fu una nobildonna, patriota, giornalista e scrittrice italiana che partecipò attivamente al Risorgimento. Fu editrice di giornali rivoluzionari, e molte sue opere sono incentrate sugli anni della prima guerra d'indipendenza.
Cristina nacque nel 1808 ebbe contatti con tutti i maggiori protagonisti dell’epoca e sovvenzionò insurrezioni, sfidò l’Austria, finanziò la spedizione in Savoia e fu costretta all’esilio a Parigi. Ricca ereditiera, aprì asili e scuole Nel 1838 ebbe una figlia e si separò molto presto dal marito Belgiojoso. Organizzò a Napoli un battaglione di 160 uomini e li portò fino a Milano per contribuire alle Cinque Giornate di Milano, diresse gli ospedali a Roma durante gli scontri del 1849, corrispose con Carlo Alberto e con Napoleone III. Amica di Mazzini e Cavour, ma anche di artisti come Heine, Liszt, de Musset, tenne salotti a Parigi. Si avventurò da sola in Oriente, dove organizzò una comunità agricola partendo dal nulla. Nel 1855 tornò a Locate, alle porte di Milano, dove aveva costruito asili, scuole e modernizzato il paese, portandolo a un livello sociale molto al di sopra della situazione tipica di quel periodo. La storia di Cristina morta a Milano il 5 luglio1871 è talmente ricca che ne sono state fatte sedici biografie.
La sua citazione più famosa è forse quella che si legge sul piedistallo della statua, parole che parlano a ogni donna, da ora e per sempre: «Che le donne felici e stimate del futuro rivolgano i pensieri al dolore e all’umiliazione di quelle che le hanno precedute e ricordino con un po’ di gratitudine i nomi di quante hanno aperto e preparato la strada alla loro mai gustata prima e forse agognata felicità».
PS.Il palazzo che si vede sullo sfondo è la casa museo di Alessandro Manzoni
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So che da poco c'è questo monumento e mi pare che sia il primo che Milano dedica a una donna. Avevo già deciso di andare a vederlo, poi la pandemia mi ha bloccato . Andrò a vedere il monumento, quando mi sentirò sicura nel prendere i mezzi. Saluti.
RispondiEliminaIn Italia l'associazione di storici dell'arte ha censito solo 148 statue dedicate alle donne. ( Fonte VANITY FAIR)
RispondiEliminaQuesta credo sia la prima che Milano dedica ad una donna comunque sul Duomo c’è la statua di Eva.
Quanto alla pandemia fra altre 3 o 4 vaccinazioni saremo QUASI sicuri.
Felice giornata, cara Mirtillo, un abbraccio.
enrico
Una donna in gamba ed anche molto bella. Complimenti ai milanesi per la dedica. Grazie di averci riportato la notizia. Mi fa piacere. Abbraccio grande Enrico!
RispondiEliminaSono moltissime le donne che con il loro impegno e l’intelligenza hanno caratterizzato un’epoca e arricchito lo scibile umano.
EliminaFelice settimana cara Pia, un abbraccio
enrico